Trasporti Roma: Un filobus chiamato desiderio…
Il nostro caro filobus chiamato desiderio purtroppo spesso diventa un filobus chiamato miraggio
Chissà se mai vedremo un film che prenda spunto dalla storia dei nuovi filobus romani, sicuramente non avrebbe la drammaticità e il pathos del bellissimo film con Marlon Brando, ma gli spunti per una moderna tragedia alla romana ci sarebbero tutti. ‘Restituiremo i 45 filobus alla città’ orgogliosa e fiera, la Sindaca Virginia Raggi, alla presentazione in pompa magna, come darle torto? Mettere finalmente in pista i filobus, pagati nel 2009 con 20 milioni di € dei cittadini romani, era una scelta sacrosanta e condivisibile, ma il percorso si è dimostrato molto più tortuoso della tappa romana del giro d’Italia. Nati sotto una cattiva stella, ma sotto una buona tangente di 600 mila euro, hanno avuto la grande sfortuna di essere stati acquistati prima che si costruisse la strada per farli scarrozzare. In attesa che venga terminato il corridoio laurentino, li vediamo arrancare fino al quartiere montesacro dove trovano la rete elettrica per la quale sono nati, il tutto con un dispendio di km fuori servizio e di gasolio, tali da rendere inutile la maggiorazione del costo al km percepita dal comune.
Il nostro caro filobus chiamato desiderio purtroppo spesso diventa un filobus chiamato miraggio, viste le frequenti sparizioni dalla vista dei romani, sparizioni non dovute alle temperature sahariane, ma all’enorme mole di guasti che non ha eguali in tutto il parco vetture di Atac. Dei 45 serpentoni grigi capita che ne circolino solo 4-5 per i motivi più disparati. Una dozzina sono state vittime di incidenti o rotture di carrozzeria e nessuno si preoccupa di ripararli, anzi, sono cannibalizzati per trarne ricambi a portata di mano. Ovviamente quando parliamo di Atac non possiamo non parlare di paradossi e ne abbiamo qui un paio niente male. Le officine Atac sono state rimpinzate di operai con turni H24, ma per i filobus, il contratto di manutenzione con le ditte esterne prevede un tranquillo weekend a casa, cosicché dal sabato mattina al lunedì mattina nessuno può riparare il minimo guasto sui filo-fantasmi che spariscono in massa. Un altro bel paradosso è la questione ubicazione dei mezzi, infatti possono essere ricoverati solamente nel deposito di Tor Pagnotta, in quanto il ‘finanziamento di scopo’ era per il corridoio laurentino, salvo poi trovarne imboscati ‘abusivamente’ 4-5 nel deposito di Montesacro, dove restano inoperosi soprattutto sabato e domenica, non sarebbe giusto farli uscire per le strade romane? Misteri di un filobus chiamato desiderio.