Travolti dallo Shitstorm, la gogna social che può fare molto male
Un caso di questi ultimi giorni è quello di una ristoratrice di Mantova che ha partecipato alla trasmissione “4 ristoranti”
La shitstorm che letteralmente si traduce “tempesta di cacca” o più garbatamente tempesta di insulti, è un fenomeno molto diffuso tra coloro che usano i social network e soprattutto da chi ne fa un uso inappropriato. La shitstorm è paragonabile a quel fenomeno che, prima dell’uso dei social era il pettegolezzo di paese capace di trasformare in un attimo, un soggetto in una “persona poco raccomandabile”.
Shitstorm, la gogna mediatica fa più male di un processo
Le pettegole e i pettegoli hanno perso il loro potere di convincimento e oggi non interessa molto fermarsi a parlare di questa o di quella persona perché possiamo spiarla attraverso i social. Facebook nasce il 4 febbraio 2004 a Cambridge negli USA, viene utilizzato all’inizio all’interno delle università e poi diffusosi rapidamente in tutto il mondo, ha rivoluzionato il modo di comunicare.
L’effetto che ha un’opinione su una persona è lo stesso sia se trasmesso dal pettegolezzo della comare di paese sia attraverso i social come Facebook, unica differenza è il potere di diffusione; se la comare raggiunge fino a 20 o 30 compaesani, un giudizio sui social può raggiungere migliaia di persone. Questo fenomeno può causare gravi danni economici se si tratta di un negozio o un marchio e danni seri e irreversibili a livello psicologico se si tratta d’individui.
Non sempre la vittima sa come reagire
Una persona travolta dall’ondata della shitstorm se non è abbastanza forte e capace di reagire con calma e lucidità, può cadere in depressione, chiudersi in stessa fino a commettere atti estremi. Il fenomeno è molto attuale e ne sono testimoni alcuni personaggi famosi, che dopo attacchi feroci diventati subito virali, hanno dovuto trincerarsi dietro al silenzio e hanno visto sfumare contratti con aziende con le quali collaboravano prima dell’attacco social.
Il “caso” di Quattro Ristoranti
Un caso di questi ultimi giorni è quello di una ristoratrice di Mantova che ha partecipato alla trasmissione “4 ristoranti” dando giudizi negativi su alcuni piatti dei suoi colleghi-concorrenti. E’ stata travolta da una vera tempesta d’insulti che l’hanno costretta a chiudere i suoi social e proteggere se stessa e suo figlio dagli haters che hanno minacciato la famiglia con messaggi e telefonate anonime di odio e di disprezzo al punto che la ristoratrice non riesce più a condurre una vita normale.
I leoni da tastiera o meglio gli odiatori del web sfogano la loro rabbia, il loro risentimento, la loro invidia attraverso i commenti social e hanno il potere di trascinare centinaia di persone e fomentarle al punto che ogni commento è seguito da altri sempre più aggressivi spesso anonimi, incuranti delle conseguenze gravi che possono ricadere sul bersaglio.
Qual è la personalità di un odiatore social?
Si tratta molto spesso di una persona con alti livelli di frustrazione, difficoltà ad avere rapporti positivi fuori dai social network, una persona insoddisfatta della sua vita, che prova invidia per chi, invece, si sente realizzato. L’impulso ad agire è dato dalla forza del gruppo; la diffusione di responsabilità crea un effetto alone tale da non farsi riconoscere nel mucchio.
Cosa si può fare per difendersi dalla shitstorm?
La tempesta denigratoria innanzitutto deve essere segnalata alla piattaforma social di riferimento che provvederà all’oscuramento oppure alla rimozione. Inoltre si può denunciare alla polizia postale sporgendo querela ma solo al singolo odiatore e infine se l’insulto persiste per lungo tempo, si può denunciare il soggetto per stalking.