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Trenitalia nel caos, anche il blackout del sito: pendolari e viaggiatori esasperati

I pendolari, costretti a pagare abbonamenti salati per un servizio scadente, non ne possono più. Il prossimo passo? Non si escludono azioni collettive di risarcimento

Stazione Termini, treni

Il trasporto ferroviario in Italia, soprattutto quello gestito da Trenitalia, sembra essere ormai al centro di una crisi di affidabilità senza precedenti. Ritardi, soppressioni di treni, guasti ai sistemi di prenotazione e assenza di comunicazioni chiare: tutto questo sta spingendo i viaggiatori sull’orlo della disperazione. L’ultimo episodio emblematico è accaduto ieri pomeriggio, quando l’intero sistema di prenotazione online e l’app di Trenitalia sono andati in tilt, lasciando migliaia di utenti impossibilitati a prenotare o modificare i propri biglietti.

Il blackout informatico di Trenitalia che paralizza i viaggiatori

“Gentile Cliente, siamo spiacenti ma, per un malfunzionamento temporaneo, non è possibile accedere al sistema. Si prega di provare più tardi.” Questo il messaggio che ha accolto chiunque abbia tentato di accedere al sito o all’app di Trenitalia per prenotare, modificare o acquistare biglietti. Le segnalazioni hanno inondato i social, con i passeggeri che, furiosi, hanno denunciato il disagio vissuto in tempo reale.

Non è la prima volta che accade. I sistemi informatici di Trenitalia hanno già dimostrato fragilità in diverse occasioni. Ma questa volta la situazione ha raggiunto l’apice, bloccando sia la piattaforma online che l’app ufficiale. Nessuno è riuscito a prenotare, né a effettuare modifiche ai propri viaggi, scatenando il caos anche a bordo treno, con i capitreno presi d’assalto dai viaggiatori in cerca di spiegazioni.

La reazione dell’azienda: biglietti a bordo senza sovrapprezzo

La reazione di Trenitalia è arrivata solo dopo ore di silenzio. L’azienda ha diffuso un comunicato spiegando che “i sistemi di prenotazione e vendita non sono al momento funzionanti a causa di un disservizio tecnico”. I tecnici sono al lavoro per risolvere il problema “nel più breve tempo possibile”, ma intanto il danno è fatto.

Per cercare di tamponare la situazione, Trenitalia ha autorizzato la vendita dei biglietti a bordo treno senza sovrapprezzo, invitando i passeggeri a rivolgersi al personale viaggiante. Tuttavia, la soluzione ha solo parzialmente calmato gli animi. «Ma quale sovrapprezzo, io volevo solo prendere il treno in orario!», ha scritto un pendolare su Twitter, esprimendo la frustrazione comune a molti.

Disagi su disagi: i problemi non sono solo informatici

Questo disservizio è solo l’ultimo tassello di un mosaico di problemi più ampio. Ritardi costanti, soppressioni improvvise e guasti tecnici hanno reso la vita dei pendolari e dei viaggiatori lunga percorrenza un vero inferno.

Ritardi cronici. I pendolari, soprattutto quelli che ogni giorno si spostano tra le grandi città come Roma, Milano, Napoli e Firenze, sono esasperati. Treni cancellati senza preavviso e ritardi senza spiegazioni si verificano quasi quotidianamente. In alcuni casi, anche treni ad alta velocità (Frecciarossa e Frecciargento) registrano ritardi di ore, lasciando i viaggiatori senza alternative.

Capienza e sovraffollamento. I treni regionali, già affollati in condizioni normali, diventano veri e propri “carri bestiame” nelle ore di punta. Viaggiare in piedi per ore, in condizioni di scarsa igiene e con il timore di non arrivare in tempo, è ormai la norma.

Mancanza di personale. I capitreno e i controllori sono i primi a subire la rabbia dei passeggeri. Spesso costretti a gestire decine di persone infuriate, sono abbandonati a loro stessi, senza adeguato supporto dall’azienda. “Siamo soli, senza informazioni e senza strumenti adeguati per risolvere i problemi dei passeggeri”, denuncia un controllore che ha preferito restare anonimo.

Pendolari e viaggiatori esasperati: “Non è più possibile vivere così”

I disservizi hanno scatenato una vera e propria ribellione sui social, con gli hashtag #Trenitalia e #Disservizio diventati di tendenza su Twitter. Tra i commenti più emblematici c’è quello del giornalista Luca Bottura, che ha sbottato: “Siamo ai chiodi informatici”, ironizzando sulla situazione.

E non mancano i racconti drammatici: “Ho perso il mio treno per un errore del sistema”, scrive un pendolare. “Costretto a comprare un nuovo biglietto perché il sistema non funzionava”, denuncia un altro utente. Le testimonianze si moltiplicano, facendo emergere la reale dimensione del disastro.

Molti pendolari sono costretti a vivere con l’ansia di non sapere se riusciranno a prendere il treno successivo. Il tutto mentre il costo degli abbonamenti continua a salire e il servizio peggiora giorno dopo giorno.

Dove sta fallendo Trenitalia?

Il caos registrato nelle ultime ore con il sistema di prenotazione ha evidenziato una fragilità tecnologica che non può più essere ignorata. Un’azienda che gestisce milioni di utenti ogni giorno non può permettersi blackout informatici di questa portata. Ma il problema va oltre.

  • Mancanza di trasparenza: la comunicazione con gli utenti è lenta e inadeguata. Se il sistema di prenotazione va in tilt, l’azienda deve informare immediatamente i clienti e offrire soluzioni alternative.
  • Infrastruttura tecnologica obsoleta: i continui guasti del sistema evidenziano la necessità di investire in piattaforme più robuste e affidabili.
  • Sottodimensionamento del personale: i capitreno e i controllori sono sotto pressione e costretti a gestire folle di passeggeri insoddisfatti.
  • Servizio clienti assente: le risposte tardive e insufficienti dimostrano che non esiste una gestione rapida delle emergenze.

Le richieste dei pendolari e dei viaggiatori

A gran voce, i viaggiatori chiedono a Trenitalia di garantire un servizio più affidabile e trasparente. I punti critici su cui intervenire sono chiari:

  1. Tecnologia all’altezza. Serve un sistema di prenotazione robusto, che non si blocchi durante le ore di punta.
  2. Maggior personale a bordo e nelle stazioni. Gli utenti vogliono essere assistiti in caso di guasto o disservizio, non lasciati a sé stessi.
  3. Comunicazione chiara e tempestiva. Quando c’è un problema, i passeggeri devono essere informati con avvisi puntuali.
  4. Compensazioni e rimborsi. Se il sistema di prenotazione è bloccato e un passeggero perde il treno, è giusto garantire un rimborso automatico.
  5. Investimenti in infrastrutture. Le tratte locali e i treni regionali sono quelli più colpiti dai disservizi. Servono investimenti mirati per migliorare il servizio.

Un servizio che non offre più garanzie

Il fallimento di Trenitalia non è solo tecnico, ma anche organizzativo e gestionale. Gli episodi recenti dimostrano che non esistono piani di emergenza adeguati e che i disservizi si ripetono con preoccupante regolarità.

I pendolari, costretti a pagare abbonamenti salati per un servizio scadente, non ne possono più. La pazienza è finita. Il prossimo passo? Se la situazione non migliorerà, non si escludono proteste e azioni collettive di risarcimento. Perché, come dicono sui social, “non è più possibile vivere così”.