Tumore al polmone, presentati due nuovi farmaci molto promettenti
Entrambi targati AstraZeneca, riducono sensibilmente il rischio di morte: osimertinib dell’84% per cancro non a piccole cellule, durvalumab del 27% per carcinoma a piccole cellule
La lotta contro il tumore al polmone potrebbe presto avere due frecce in più al proprio arco. Dardi provenienti dagli Usa, più precisamente dal Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) di Chicago. Dove sono stati presentati gli esiti di un doppio studio clinico, che fanno decisamente ben sperare.
Una doppia nuova speranza
Ancora una buona notizia dalla scienza, dunque, dopo la possibile svolta nel trattamento del diabete rappresentata dall’insulina settimanale. Stavolta i protagonisti si chiamano osimertinib e durvalumab, benché i loro nomi commerciali siano rispettivamente Tagrisso e Imfinzi. Sono entrambi targati AstraZeneca, azienda farmaceutica anglo-svedese universalmente nota per lo sviluppo di uno dei primi vaccini anti-Covid.
La prima molecola, come riporta l’AGI, è la più promettente. È stata utilizzata in una cura mirata contro il carcinoma polmonare non a piccole cellule di stadio III non operabile e con mutazione genica Egfr. E, come indicano i risultati pubblicati sul New England Journal of Medicine, ha ridotto il rischio di progressione della malattia o di morte dell’84% rispetto al placebo. Inoltre, aggiunge l’Adnkronos, ha permesso una sopravvivenza media senza progressione patologica pari a 39,1 mesi, contro i 5,6 mesi nei pazienti trattati con placebo.
Sono interessanti anche i dati relativi al secondo farmaco, che è un immunoterapico – stimola cioè il sistema immunitario del malato ad agire contro le cellule infette. E, come riferisce Avvenire, si è dimostrato efficace contro il cancro polmonare a piccole cellule di stadio limitato non in progressione. Con rischio di mortalità diminuito del 27% e sopravvivenza globale media di 55,9 mesi, rispetto ai 33,4 mesi dei pazienti cui è stato somministrato il placebo.
Numeri che hanno fatto esultare Filippo De Marinis, direttore della Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Il quale, scrive Il Messaggero, ha parlato di «un importante passo avanti per pazienti per i quali non sono disponibili trattamenti mirati».
L’incidenza del tumore al polmone
Come rileva TGCom24, ogni anno in Italia si contano circa 44mila nuove diagnosi di tumore al polmone, a piccole cellule solo nel 15-20% dei casi. Il microcitoma finora ha ricevuto meno attenzione di altre neoplasie, come ricorda Silvia Novello, ordinario di Oncologia medica presso l’Università di Torino, citata da Rai News. Colpa anche «dello stigma sociale, riconducibile alla storia di tabagismo nella maggioranza dei pazienti».
Forse, però, la storia sta finalmente per cambiare. E non sarebbe affatto male se d’ora in poi fosse l’alieno, come lo chiamava la compianta Oriana Fallaci, ad andare in fumo.