Tumore, siamo a un passo dal vaccino universale anti-cancro?
Negli Usa è stato sviluppato un farmaco che blocca le metastasi: testato per ora su topi e scimmie, stimola la risposta immunitaria e può essere utilizzato su ogni tipo di paziente
Potremmo essere a un passo da un vaccino anti-cancro efficace contro vari tipi di tumore e valido per ogni categoria di paziente. Negli Stati Uniti è stato infatti messo a punto un farmaco in grado di bloccare la diffusione delle metastasi in modo pressoché universale. Al momento la sperimentazione è stata eseguita sugli animali, ma i risultati sono così incoraggianti che dovrebbero essere presto avviati i test sull’uomo.
Verso il vaccino universale contro il tumore
La nuova speranza contro il cancro arriva dunque dagli Usa, per la precisione dal Dana-Farber Cancer Institute e dal Wyss Institute della Harvard Medical School. I due enti, entrambi di Boston, hanno infatti sviluppato un supervaccino capace di stimolare un attacco concentrico del sistema immunitario contro le cellule malate. Lo studio, per ora condotto su topi e scimmie, è stato recentemente pubblicato sulla rivista Nature e si è concentrato su un particolare meccanismo difensivo del tumore.
A Nature research paper presents a new type of cancer vaccine that can thwart the defensive response of tumours to vaccine-induced immune attack https://t.co/cjDP0j3RIm
— nature (@Nature) May 25, 2022
Quando infatti una cellula normale viene danneggiata, forma sulla propria superficie delle molecole denominate MICA e MICB, significativamente soprannominate “kill me” proteins (proteine “uccidimi”). Fungono infatti da segnale di pericolo, che allerta due classi di globuli bianchi, i linfociti T e NK (Natural Killer), dirigendoli verso il bersaglio da eliminare.
Come però ricorda Il Messaggero, alcune tipologie di tumore riescono a rimuovere queste molecole, impedendo così che venga attivato il “sistema di autodistruzione”. Qui interviene il farmaco yankee, che innesca la produzione di anticorpi volti a fissare le proteine “kill me” sullo strato esterno delle cellule cancerose. Le quali si ritrovano così esposte al bombardamento dei nostri “cecchini” biologici.
Inoltre, i ricercatori hanno appurato che nei topi a cui avevano rimosso chirurgicamente il tumore il grado di metastasi era significativamente ridotto. E quando, dopo quattro mesi, sono state somministrate cellule tumorali ad alcune delle cavie immunizzate, nessuna ha sviluppato la malattia.
I vantaggi del farmaco
Forse però il principale vantaggio del vaccino americano consiste nella sua a-specificità. Da un lato, a differenza degli attuali farmaci, non necessita di essere calibrato individualmente, perché MICA e MICB sono espresse da numerose cellule tumorali. Dall’altro, dal momento che arruola sia i linfociti T che NK, potrebbe garantire l’immunità anche contro tumori con mutazioni che usualmente sfuggono alle difese naturali dell’organismo.
Insomma, se rispetterà le promesse, questa terapia assomiglia molto alla classica panacea di tutti i mali. E forse presto potremo affermare, parafrasando il film Apollo 13: Boston, abbiamo (risolto) un problema!