Tutte le criticità del progetto del nuovo stadio della AS Roma
Il deputato dem ex assessore all’Urbanistica Morassut interviene a Radio Roma Capitale
“La legge sugli stadi rischia di portare l'amministrazione locale a commettere errori, essendo una legge confusa. Inoltre, l'interesse pubblico dell'opera deve essere reale. Infine, in nessun paese europeo la realizzazione di uno stadio si porta appresso la costruzione di un intero quartiere”. Così il deputato PD ex assessore all’Urbanistica di Roma, Roberto Morassut, in merito alle perplessità sul progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle, espresse in un intervenuto, stamattina, ai microfoni di Radio Roma Capitale.
Secondo Morassut, “la legge sugli stadi è poco chiara soprattutto sull'utilizzo del termine 'pubblico interesse'. Con un utilizzo così generico, si possono avere errori, giudicando in maniera non corretta l'interesse pubblico dell'opera di Tor di Valle. Credo infatti che al momento l'opera, seppure bella e monumentale, abbia delle criticità che impediscano di valutare il suo interesse pubblico come reale, cioé come un corrispettivo pubblico di un progetto privato”.
“L'area in cui va a insistere è libera, non costruita, perché lì insiste un’opera primaria per Roma, ovvero il collettore primario che attraversa il Tevere” – incalza il deputato dem, secondo cui “le vie di accesso all'area devono essere totalmente ripensate”. Infatti, “l'asse via del Mare-via Ostiense è stato per anni famigerato per la sua pericolosità, tanto che da anni c'è un progetto preliminare di riqualificazione pronto a partire. Lo stesso vale per la Roma-Lido, che ai tempi della Giunta Marrazzo fu oggetto di studio per renderla vera linea metropolitana, moderna, veloce, con molti passaggi. Anche questo intervento necessita di fondi e tempo per poterlo attuare”.
Infine, in merito alle cubature, Morassut ritiene che queste siano “del tutto sproporzionate e ingiustificate. In nessun paese del mondo la costruzione di uno stadio prevede un intervento così invasivo. Su questo continuo a pensarla come nel 2005, quando espressi valutazione negativa sul progetto presentato dal presidente della Lazio, Claudio Lotito, che prevedeva un enorme ampliamento delle cubature, su un area sondabile e agricola”.
Ciò non toglie che Morassut “sia convinto della necessità della realizzazione di stadi moderni, efficienti, funzionali, per entrambe le squadre”. Tuttavia, “questo deve essere concesso solo in presenza di un vero rispetto delle aree scelte, di un reale ritorno patrimoniale e di opere pubbliche per il Comune. Solo così avremo un 'pubblico interesse' reale e non fittizio”.