Tv: quando la qualità e la quantità vanno di pari passo
Vogliamo soffermarci questa volta su un format che nelle edizioni precedenti ha vissuto momenti altalenanti
Vogliamo soffermarci questa volta su un format che nelle edizioni precedenti ha vissuto momenti altalenanti. Pariamo ovviamente di The Voice of Italy. L’edizione appena conclusa oltre a riscuotere un buon successo di ascolti, ha dato lustro ed effervescenza a Rai 2, che da troppi anni viveva un ciclico letargo, e ha visto il trionfo inaspettato (ma non da tutti), dell ‘unico e irraggiungibile Gigi D’Alessio. Vogliamo volutamente sorvolare sul percorso tecnico del talent canoro, peraltro vinto da Carmen Perri, artista scelta e formata da Gigi, proprio per rendere un plauso particolare all’immenso artista, che meglio rappresenta la canzone italiana e napoletana nel mondo. Gigi D’Alessio in questa edizione di The Voice ha sorpreso e incantato moltissimi tra telespettatori, addetti ai lavori e colleghi, ma non di certo noi che ne tessiamo le lodi da sempre.
Ci chiediamo perché solo ora si scopra che il Gigi nazionale oltre ad essere un artista eccellente, si riveli un personaggio ironico, autorironico ma soprattutto una persona dotata di un’umanità e competenza nel relazionarsi, che va al di là di ogni aspettativa. Questo noi lo avevamo già percepito anche in altri programmi nei quali l’artista napoletano, nonostante vestisse i panni del protagonista e fosse l‘unico vero padrone di casa, non ha esitato un attimo nel fare un passo indietro e concedere l’onore del proscenio alle nuove leve della comicità italiana, così come accadde nell’ edizione di Made in sud da lui condotta, ma queste finezze andrebbero capite e percepite per poi essere adeguatamente celebrate, purtroppo però non sempre è così, anzi non accade mai.
Grande Gigi grande in tutto, incanta quando suona, quando canta e soprattutto quando si relaziona con gli altri. Non conosce antagonismo professionale, ha sempre un sorriso sincero per tutti, ma soprattutto cerca sempre di essere collaborativo e disponibile soprattutto nei confronti di chi al momento non sembra ricoprire un ruolo di primaria importanza, cosa rarissima nel mondo dello spettacolo e di questi tempi. Ci chiediamo cos’altro debba più dimostrare un’artista, il nostro artista italiano che meglio ci rappresenta all’estero. Gigi sa suonare, cantare, condurre, presentare, insegnare, comprendere e capire gli altri, ma sopratutto, passo dopo passo, come recitava il titolo di uno dei suoi primi album, continua ad emozionarci ogni volta, nonostante sia trascorso più un quarto di secolo dai suoi primi passi professionali e decine di milioni di copie vendute in tutto il mondo. Ciao Gigi, ci auguriamo di rivederti presto in tv e come sempre da protagonista.
* Marco Vittiglio, critico televisivo