Ucciso il primo squalo per legge
L’ordinanza del Premier del Western Australia, Colin Barnett, si dimostra subito efficace
La forte contestazione contro la norma del Governo Barnett che prevede l'uccisione di tutti gli squali entro un chilometro dalle coste australiane nella zona di Perth, contrariamente allo scorso anno, quando la mobilitazione internazionale a difesa degli squali la scongiurò, è entrata in vigore.
L'altro ieri, sabato, le ultime drum lines, grossi ami ancorati al fondale e segnalati con delle boe, posti a poco più di mezzo miglio dalla costa, erano state piazziate. Il giorno successivo una segnalazione di alcuni pescatori incaricati dal Governo di controllare la zona, aveva fatto registrare la prima vittima della legge capestro. Uno squalo tigre di circa tre metri, infatti, era stato trovato agonizzante presso una di queste postazioni. Finito a colpi di arma da fuoco, l'animale era stato legato al bordo dell'imbarcazione e, come indicato dal regolamento, trasportato al largo per essere abbandonato, successivamente.
Gli squali, contrariamente agli altri pesci, sono privi di vescica natatoria ragione per la quale uno squalo morto non galleggia e affonda inevitabilmente.
L'episodio che ha fatto registrare la prima uccisione, ha fatto il giro del mondo e già sono in preparazione nuove manifestazioni e ulteriori raccolte di firme contro la legge Barnett da parte di ambientalisti e gente comune, compresi alcuni dei sopravvissuti a drammatici attacchi di squalo che nel recente passato li hanno visti protagonisti e che, da allora, sono in prima linea per la difesa dei predatori del mare.
Nelle acque interessate dalla norma australiana vivono diverse specie di squali in pericolo di estinzione tra le quali il famigerato squalo bianco, esso stesso ridotto a poco più di tremila unità al mondo.
Il Western Australia era stato il primo, seguito successivamente da altri Paesi, a dichiarare lo squalo bianco animale raro e assolutamente da proteggere. Sono passati anni, da allora. Oggi lo si prende a fucilate.