Ucraina, 2023: anno nuovo ma la guerra sembra lo stato naturale dell’uomo
Salute e pace nel mondo, obiettivi tanto auspicati quanto difficili da raggiungere. Hillman lo definisce “Un terribile amore per la guerra”
L’anno che sta arrivando tra un anno passerà e non potrebbe essere altrimenti. Lucio Dalla, ribadendo questa ovvietà nella sua famosa canzone, ha voluto ricordare anche il ritmo ciclico della vita e lo scorrere inesorabile del tempo. Il tempo non si può fermare, ma possiamo scegliere il modo migliore per viverlo. Lo facciamo regolarmente ad ogni capodanno, con i soliti buoni propositi.
Un terribile amore per la guerra
Salute individuale e pace nel mondo, sono il mantra augurale che, se raggiunto, qualificherebbe indiscutibilmente come “felice” ogni nuovo anno. Ma sono obiettivi tanto auspicati quanto difficili da raggiungere. Perché? Secondo James Hillman, filosofo di grande spessore, che ha scritto un saggio dall’inequivocabile titolo “Un terribile amore per la guerra”, la guerra è lo stato naturale dell’uomo che, spinto dall’egoismo, dal desiderio di potere e dalla vanità, vuole prevalere sui propri simili, per ottenere condizioni vantaggiose o di privilegio.
Ma già Plauto, in tempi remoti, ci aveva ammoniti che “homo homini lupus”, l’uomo è lupo per l’uomo. Con queste premesse, alla pace non rimane che un ruolo subalterno, occasionale e comunque transitorio. L’intera storia dell’umanità e il conflitto russo-ucraino di questi mesi danno ragione a Plauto e Hillman.
La pace impossibile
L’equilibrio bipolare USA-URSS e il timore reciproco di un olocausto atomico, ci hanno regalato decenni di pace, con piccoli, seppur terribili, conflitti locali. L’irruzione sulla scena economica mondiale del gigante cinese, risvegliato dal suo lungo e arretrato isolamento dalla spinta della globalizzazione capitalista, che gli ha fatto rapidamente conquistare una forza economica addirittura superiore a quella militare, ha sparigliato le carte. Per affrontare il problema cinese gli USA devono prima ridimensionare e indebolire la Russia. E per questo serve la leale alleanza dell’Europa.
L’obiettivo, comunque vadano le cose nel conflitto russo-ucraino, è già stato raggiunto. Ma la resa dei conti tra le superpotenze è scritta nel futuro e il pensiero non può non angosciarci. Gli equilibri mondiali sono messi in discussione dal nuovo assetto tripolare, ma anche dal fondamentalismo religioso, dalla crescente divaricazione tra il nord e il sud del mondo e dall’assottigliarsi delle risorse, sempre più insufficienti a sostenere una popolazione in costante crescita. Equilibri precari, che mettono a repentaglio la pace mondiale ma anche, in una prospettiva temporale più lunga, la stessa sopravvivenza dell’umanità.
Fuga nel microcosmo privato
Uno scenario tanto apocalittico quanto realistico, che potrebbe tuttavia essere modificato dalla consapevolezza che la terra non è che un minuscolo granello nell’universo e che il primo obiettivo del genere umano dovrebbe essere la fratellanza. Ma sono solo belle parole, che i grandi della terra non vogliono ascoltare, facendoci sentire impotenti e succubi di eventi più grandi di noi. Se dunque non possiamo incidere sulla pace nel mondo, tanto vale rifugiarci nel nostro microcosmo. La dimensione privata, che appare più proporzionata alle nostre forze, ci consente di concentrarci sulla parte più abbordabile dei buoni propositi, quella che riguarda il nostro benessere individuale e la nostra salute, presupposto basilare di qualunque progetto futuro.
La salute minata
Ma anche qui la strada si presenta impervia, perché la nostra salute è messa a repentaglio – tralasciando l’argomento dei virus, con i quali ci hanno terrorizzati e ridotti in schiavitù – da un ambiente sempre più inquinato, da colture agricole impregnate di pesticidi cancerogeni, dal crescente uso alimentare di OGM, da allevamenti intensivi nei quali si abusa di antibiotici per arginare le malattie di animali ammassati in spazi sempre più ridotti. Tanto per rimanere ai problemi principali e più evidenti.
Un quadro che, sebbene riguardi la maggioranza della popolazione, minaccia soprattutto la parte più povera che, non avendo scelta, vive nelle condizioni peggiori e si nutre dei prodotti più economici e scadenti. Ma nemmeno i ricchi, che pure possono scegliere dove e come vivere o come curarsi e alimentarsi, sono al sicuro dall’aggressione dell’industria alimentare che punta al solo profitto o dal riscaldamento globale del pianeta.
La forza del bene e della scienza
Non c’è quindi via d’uscita e dobbiamo guardare al futuro con paura? Niente affatto. La storia dell’umanità è scandita da momenti cupi e terribili, ma in un percorso costantemente teso al miglioramento della vita umana attraverso il progresso. L’umanità, con tutti i suoi errori e i suoi limiti, può sempre confidare in due forze che, unite, sono imbattibili e inarrestabili: il bene, che alla fine prevale sempre sul male e la scienza, che scopre cure, tecniche, strumenti e materiali che migliorano le condizioni di vita di milioni di individui. Ma in questo percorso, sono sempre i singoli individui a fare la differenza e qui torniamo ai nostri buoni propositi.
La salvezza dei piccoli gesti
Ognuno di noi può fare molto, facendo semplicemente la propria parte che, per piccola che sia, può essere decisiva. Come? Con piccoli gesti e un impegno costante. I piccoli gesti sono gli innumerevoli atti di amore, di onestà e di rispetto che ciascuno di noi può fare ovunque e in qualunque momento: nella famiglia, con gli amici, nel lavoro e nella società; l’impegno costante è nel rimanere concentrati su di essi ogni istante della propria vita. Sembra poco, ma non lo è. E se la maggioranza di noi assumesse questo impegno, saremmo già tutti salvi. Buon anno a tutti.