Ucraina, al summit della Ville Lumière “si spegne” l’euro-atlantismo
Per la pace tra Mosca e Kiev, Trump in meno di un mese ha fatto più di chiunque altro in tre anni: e il vertice di Parigi conferma che Ue e NATO, se va bene, sono inutili, se va male, dannose
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Guerra in Ucraina (© Ministry of Internal Affairs of Ukraine - Mvs.gov.ua / Wikimedia Commons)
Premessa doverosa e incontrovertibile: per fermare la guerra tra Russia e Ucraina ha fatto più Donald Trump in nemmeno un mese che chiunque altro in tre anni. È quindi comprensibile che il Vecchio Continente voglia reagire all’interventismo del bi-Presidente Usa, meno che lo faccia nella modalità “informale” scelta dall’omologo transalpino Emmanuel Macron. Sbaglierebbe però chi liquidasse il vertice di Parigi come un flop, perché un risultato importante lo ha ottenuto: ha sancito la completa irrilevanza di Ue e NATO.
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Russia e Ucraina tra guerra e pace
All’elenco in realtà si potrebbero aggiungere altri enti come l’Onu, in teoria creata per smorzare le tensioni geopolitiche prima che diventi troppo tardi. Ma che recentemente, scrive France 24, ha dimostrato tutta la sua inconsistenza anche dialettica. Riuscendo a condannare l’invasione della Repubblica Democratica del Congo da parte del Rwanda (con l’espediente del sostegno al gruppo ribelle M23) senza mai nominare Kigali.
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Questo conflitto, comunque, gode di stampa decisamente meno buona di quello dei due Vladimiri, oggetto negli ultimi giorni di vari summit dal retrogusto piuttosto eterogeneo. Riad ha ospitato quello tra i delegati di The Donald e quelli dell’inquilino del Cremlino Vladimir Putin, finalizzato a smuovere concretamente le acque. Immaginando anche una roadmap in tre tappe che prevede un iniziale cessate il fuoco, poi le sospirate Presidenziali a Kiev e infine un accordo di pace definitivo.
Nel frattempo, come riporta Il Fatto Quotidiano, sullo stesso argomento Monsieur le Président ha convocato in Francia sei leader comunitari su ventisette, più Keir Starmer, Premier britannico. Ma anche Ursula von der Leyen e António Costa, rispettivamente numero uno della Commissione e del Consiglio Ue, e Mark Rutte, Segretario generale dell’Alleanza Atlantica. Solo in un secondo tempo, in uno stillicidio che la dice lunghissima sull’Europa unita, ha indetto un’ulteriore videoconferenza con un’altra decina di Paesi europei e il Canada.
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L’incontro “vero”, comunque, era il primo, che doveva appianare le differenze ma, come riferisce il Corsera, sembra invece averle cristallizzate. Soprattutto sull’ipotesi (malaugurata quanto, fortunatamente, avversata) dell’invio di euro-truppe sul campo di battaglia.
La Ville Lumière “spegne” l’euro-atlantismo
Forse anche per questo, come rileva La Repubblica, alla fine l’inquilino dell’Eliseo si è limitato a uno scialbo commento via social. In cui tra l’altro evocava gli Accordi di Minsk del 2014 per mettere in guardia contro il rischio che la tregua fallisca. Occorrono «garanzie di sicurezza forti e credibili per gli Ucraini» ha ammonito, “dimenticandosi” che è a questi ultimi che va ascritto il sabotaggio del protocollo bielorusso.
In effetti, apparentemente gli undici alti papaveri hanno raggiunto un’intesa solo sulla necessità di coinvolgere l’Ucraina nei negoziati, come ha ribadito pure Volodymyr Zelensky. Per quanto molti commentatori ritengano che i due veri belligeranti siano, ovviamente, Mosca e, per procura, gli Stati Uniti (di Joe Biden). Ai quali, ora che è cambiata l’amministrazione d’Oltreoceano, spetta il compito di far tacere finalmente le armi.
Da Oltralpe, invece, la sensazione che resta è quella di un gruppo di bambini indisciplinati che sgomitano per far notare la propria presenza agli adulti. A conferma che l’euro-atlantismo, se va bene, è inutile, se va male, dannoso: ma almeno la Ville Lumière lo ha “spento”, può darsi una volta per tutte.
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