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Ucraina, la psicologa al fronte: “Il problema sarà riuscire ad adattarsi alla vita nel mondo pacifico”

“C’è chi prova senso di colpa perché è riuscito a salvarsi, al contrario magari di parenti, amici o conoscenti. L’uomo cerca i colpevoli”

Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina

Anna Rakityanskaya, psicologa al fronte ucraino da più di 40 giorni per fornire supporto psico-terapeutico al popolo di Kiev in guerra dopo l’occupazione russa, è intervenuta ai microfoni dell’Adnkronos. L’esperta ha spiegato che, in questo momento, i disagi più comuni sono “dolore, perdita, fuga, rifiuto, indecisione, aggressività e rassegnazione”.

Guerra-Russia-Ucraina
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Attraverso il canale Telegram, Psicologa di me stessa, propone esercizi, informazioni e video per favorire la meditazione. “Questa è un’iniziativa che in poche settimane ha raccolto già l’adesione di 268 persone”, ha spiegato Rakityanskaya.

“Non si è in grado di valutare oggettivamente il pericolo e la realtà”

“L’uomo è come se si addormentasse, non vuole fare nulla. Le persone continuano a rimanere nelle zone pericolose e non hanno intenzione di fuggire. È come se ignorassero ciò che sta accadendo. Si tratta di una reazione molto pericolosa della psiche, in quanto l’uomo non è in grado di valutare in maniera oggettiva il pericolo e la realtà.

C’è chi prova disgusto verso il proprio corpo, o prova senso di colpa perché è riuscito a salvarsi, al contrario magari di parenti, amici o conoscenti. L’uomo non è in grado di gestire le emozioni negative. Cerca i colpevoli. È aggressivo anche nel sonno. Può rivolgere la sua aggressione nei confronti della nazionalità di una persona, degli stessi cittadini ucraini che a suo avviso hanno sofferto di meno, di conflitti all’interno della famiglia. Qualsiasi cosa potrebbe scatenare la reazione. La posizione aggressiva è rivolta nei confronti di tutto il mondo. E questo può portare a delle conseguenze molto gravi”.

Aggressività e rassegnazione

“La rassegnazione è un’altra reazione difensiva della psiche molto diffusa che si verifica così: l’uomo smette di agire e getta la spugna. In tale condizione è prevista la cura psicologica e a base di farmaci. Potrebbe svilupparsi il disturbo della personalità borderline. Fino alle intenzioni di suicidio. Tale persona potrebbe degradare nella posizione infantile (del bambino). È una condizione molto pericolosa per la psiche.

Bambini? La loro reazione dipende completamente dalla posizione e il comportamento dell’adulto (genitore). Il consiglio è di comportarsi in maniera obbiettiva e non tossica. Non parlare davanti al bambino del proseguimento della guerra, non mostrare video. L’adulto deve essere un appoggio per il minore”.

“Sarà molto diffusa la sindrome post traumatica da stress”

“Purtroppo non posso dire i tempi di riabilitazione. Siamo ancora nella fase attiva della guerra. È presto parlare di recupero. La velocità dei cambiamenti psicologici è individuale. Dipende tutto dal livello del trauma. E anche da quanto siano flessibili e stabili i processi psicologici della personalità di ciascuno. A qualcuno potrebbe bastare una sola seduta terapeutica. Qualcun altro potrebbe necessitare di cure e correzioni nel corso degli anni.

Molto diffusa sarà la sindrome post traumatica da stress con sintomatologie diverse. Il problema molto diffuso sarà riuscire ad adattarsi alla vita nel mondo pacifico. Disturbi psicosomatici, attacchi di panico, crisi esistenziali, neurosi. Questo ed altro è ciò che ci aspetta”.