Ucraina, polizia confinaria respinge studenti africani alla frontiera polacca
“Siete neri”, l’assurda motivazione, smentita da Kiev (e anche da Varsavia). Ma è un avviso ai naviganti occidentali: sicuri che sia tutt’oro quel che luccica dalle parti di Zelensky?
La guerra in Ucraina fa registrare, tra i tanti, un episodio che, se confermato, sarebbe come minimo sconcertante. Un ignobile atto di discriminazione denunciato dagli stessi che ne sarebbero stati vittime (il condizionale è d’obbligo). E che comunque getta ombre inquietanti sul Governo di Volodymyr Zelensky.
C’è del marcio in Ucraina?
Le guardie di confine ucraine «ci hanno bloccati alla frontiera [con la Polonia, N.d.R.], ci hanno detto che i neri non passano. Però abbiamo visto passare i bianchi…». È una vicenda che ha dell’incredibile quella raccontata a France24, nella stazione ferroviaria di Leopoli, da vari studenti africani in fuga dai combattimenti, come tanti altri. E che si sono visti respingere perché «non lasciano passare gli Africani. I neri che non hanno passaporti europei non passano…»
Va precisato che l’emittente transalpina ha testimoniato il transito di alcuni transfughi di colore (il che suggerirebbe un filtraggio arbitrario dell’evacuazione da parte dei soldati locali). Inoltre, la succitata ricostruzione è stata prontamente smentita dai portavoce di entrambe le polizie confinarie, sia di Kiev che di Varsavia.
«Noi ammettiamo tutti indipendentemente dalla nazionalità» ha lamentato la polacca Anna Michalska, parlando esplicitamente di «false accuse». Mentre il suo omologo sotto la bandiera giallo-blu, Andriy Demchenko, ha ipotizzato che fosse stato bloccato chi aveva provato a saltare la fila. E un altro rappresentante ha aggiunto che le uniche restrizioni riguardano i nativi tra 18 e 60 anni, chiamati a difendere il Paese dall’attacco della Russia.
Un caso di “razzismo bellico”?
Spiegazioni che però si scontrano con la giustificazione che un universitario guineano afferma di aver ricevuto dai militari ucraini. I quali starebbero seguendo le istruzioni dei colleghi transfrontalieri, che avrebbero detto loro che «non c’è più posto per i migranti» in Polonia. «Non dovrebbero discriminarci in base al colore della nostra pelle» si è sfogato amaramente un giovane nigeriano.
Pare dunque che ci sia del marcio in Ucraina, per parafrasare l’Amleto di William Shakespeare. Naturalmente è difficile capire dove sia esattamente la verità, soprattutto nel convulso contesto di un conflitto. Resta però il sospetto di essere di fronte a un assurdo caso di “razzismo bellico”.
Qualcosa che, en passant, dovrebbe far riflettere i paladini occidentali della dicotomia tra i due Vladimiri – il russo Putin e l’ucraino Zelensky. Sicuri che sia tutt’oro quel che luccica dalle parti dell’ex comico?