Ucraina, se i leader occidentali e Zelensky fanno a gara di follie…
Macron evoca truppe NATO e Ue nel Paese slavo, la Meloni (malgrado l’insofferenza nel Belpaese) firma un accordo extraparlamentare che ci lega per 10 anni a Kiev: il cui leader vuole liste di proscrizione dei “pro-Putin” italiani
La concomitanza con le Regionali sarde ha fatto passare (semi)inosservata la gara di follie tra alti papaveri scatenatasi in occasione del secondo anniversario della guerra in Ucraina. Con partecipanti sia di provenienza autoctona che allogena e, segnatamente, di marca comunitaria. E con un contributo, rilevante quanto malaugurato, pure delle istituzioni dell’Italia.
Gara di follie intorno alla guerra in Ucraina
Procedendo però in ordine cronologico inverso, partiamo dall’amenità più recente, il cui copyright appartiene al Presidente transalpino Emmanuel Macron. Secondo il quale, scrive France 24, un futuro invio di truppe in Ucraina da parte di Nazioni occidentali non può «essere escluso».
La suggestione dell’inquilino dell’Eliseo ha provocato una levata di scudi sia all’interno dell’Europa che della NATO, ben consci che a quel punto l’escalation sarebbe inevitabile. Anche se è possibile che Monsieur le Président volesse “solo” riprendersi la scena dopo aver disertato il G7 svoltosi a Kiev sotto l’egida chigiana.
Proprio in quella circostanza, il Premier Giorgia Meloni, come riporta l’ANSA, ha firmato un accordo decennale di sicurezza col Presidente del Paese slavo Volodymyr Zelensky. Un patto che, aggiunge Sky TG24, prevede che in caso di nuova offensiva russa Roma concordi con Kiev, entro 24 ore, le misure necessarie a contrastare l’attacco. Anche se il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, come rileva La Repubblica, si è affrettato a precisare che il documento «non sarà giuridicamente vincolante».
L’intesa, come rimarca Il Fatto Quotidiano, è stata siglata senza passare per il Parlamento. E, soprattutto, a dispetto dell’insofferenza del Belpaese, evidente già allo scoppio delle ostilità e ormai galoppante, con metà dei nostri connazionali esasperati dal conflitto.
Le ingerenze di Zelensky
Magari pensava anche a qualcuno di loro l’ex comico quando si è prodotto nella sua ultima sparata (è il caso di dirlo). Affermando, come riferisce Rai News, che «ci sono molti pro-Putin in Italia», che andrebbero allontanati revocando «loro i visti». E anticipando, scrive il Corsera, di star preparando una lista di propagandisti russi «da presentare alla Commissione Europea», al Parlamento Europeo, ai leader Ue e Usa.
Sul punto, indipendentemente dal fatto che nel mirino ci siano cittadini italiani o meno, si potrebbe semplicemente lasciare la parola al conduttore de La Zanzara Giuseppe Cruciani. Il quale si è chiesto, giustamente, «chi è Zelensky per fare una lista di filo-putiniani», concludendo che «è una cosa di una gravità assoluta».
Ancor più grave, però, è il silenzio assordante delle alte cariche dello Stato, cominciando da Sergio Mattarella che è (o dovrebbe essere) il primo difensore della Repubblica. Evidentemente, però, anche tra le ingerenze straniere ce ne sono alcune orwellianamente “più uguali di altre”.