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Ue, dalle auto alla difesa è sempre più Commissione URSSula

La von der Leyen rinvia di tre anni le multe legate alle emissioni di CO2, ma conferma i folli obiettivi del Green Deal: e sul riarmo vuole bypassare l’Europarlamento col pretesto di un’emergenza inesistente

Bandiera dell’Europa con falce e martello, riforme Ue

Bandiera dell’Europa con falce e martello (© liftarn / Openclipart)

Va dato atto alla Ue di avere un’enorme fantasia nel trovare sempre nuovi errori da commettere. Anche quando la realtà, com’è accaduto recentemente sulle follie verdi, bussa alla sua porta, il Vecchio Continente non apre mai davvero gli occhi. Al massimo li socchiude, per poi spostarli subito su qualche altra amenità ideologica, come nell’ultimo caso inerente la difesa comune europea.

Bandiera dell’Europa con falce e martello, riforme Ue
Bandiera dell’Europa con falce e martello (© liftarn / Openclipart)

La Ue trova sempre nuovi errori da commettere

«Proporrò questo mese un emendamento mirato al regolamento sulle emissioni di CO2» per dare alle aziende automobilistiche tre anni «per adeguarsi agli standard di conformità». Così parlò, come riferisce l’ANSA, Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Ue, congelando di conseguenza le multe ai costruttori che altrimenti sarebbero scattate in questo 2025. Un provvedimento che, pur andando nella giusta direzione, appare fortemente tardivo, come ha sottolineato tra l’altro una nota della Lega.

Ursula von der Leyen, Commissione Ue
Ursula von der Leyen (© Parlamento Europeo / Wikimedia Commons)

Il problema principale, però, è che assomiglia a un cerotto su un’emorragia, peraltro provocata proprio da Bruxelles attraverso l’European Green Deal. Che comunque, come riporta il Corsera, è già stato confermato dallo stesso inquilino di Palazzo Berlaymont perfino contro il parere del suo partito, il PPE. Secondo cui «l’obiettivo di porre fine alle vendite di macchine con motore endotermico entro il 2035» è da cancellare perché «irrealistico» – oltre che, aggiungiamo noi, inutile.

È sempre più Commissione URSSula

Mentre però faceva una parziale retromarcia sulla genuflessione al peggior ambientalismo affermazionista, la Baronessa apriva già un altro fronte – in senso letterale, trattandosi del piano ReArm Europe. Il progetto da 800 miliardi di euro-investimenti in spese militari, che i cittadini comunitari non hanno chiesto ma che la Nostra considera «un’emergenza esistenziale». Tanto da aver già anticipato l’intenzione di ricorrere all’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.

ReArm Europe, Ue
ReArm Europe (immagine dal profilo LinkedIn di Raimonds Bricis)

Questo codicillo, come spiega Il Fatto Quotidiano, consente all’esecutivo Ue di portare un testo direttamente all’attenzione del Consiglio Europeo, scavalcando l’Europarlamento, in circostanze eccezionali (o sedicenti tali). Non a caso, fu l’alta papavera teutonica a coniare il termine “permacrisi”, ovvero crisi permanente che, come all’epoca del Covid-19, diviene pretesto per sospendere libertà costituzionali e democrazia. Facendoci fare un ulteriore passo verso un’Unione Euro-sovietica guidata orwellianamente da una maggioranza URSSula.