Ultima generazione a Milano, sei donne bloccano viale Fulvio Testi
(Adnkronos) – Protesta di Ultima generazione oggi a Milano. Alle 8 sei cittadine aderenti alla campagna Fondo Riparazione si sono sedute sull’asfalto di una carreggiata di viale Fulvio Testi e hanno bloccato il traffico, legandosi tra loro con una catena a tre a tre. Un gruppo di circa 20 persone ha assistito al blocco stradale da bordo strada. "Eco-imbecilli bloccano Viale Fulvio Testi a Milano. Questi idioti danneggiano lavoratori, studenti e ambiente, creando traffico e caos: portateli via di peso e accompagnateli dove è giusto che stiano: in galera". Così il vicepremier Matteo Salvini su X. ''Le Forze dell’ordine -si sottolinea in una nota di Ultima generazione- sono arrivate sul luogo alle 8.17; pochi minuti dopo le cittadine si sono spostate per far passare un’ambulanza e sono rimaste bloccate a bordo strada dalle forze dell’ordine, le quali hanno poi proceduto a rompere con l’uso di tenaglie la catena che teneva legate le cittadine. Attorno alle 9.00, infine, le donne, che hanno fatto resistenza passiva, sono state fatte salire sulle volanti e condotte alla questura di Milano''. “Non vorrei essere qui oggi ma ho deciso di bloccare la routine delle persone, compresa la mia, usando unicamente il mio corpo per urlare che non possiamo più fare finta di niente. Non abbiamo più tempo. A spingermi è l'amore verso le persone a me più care. Ho paura di perderle, ho paura che una catastrofe le porti via da me, perciò farò tutto quello che è in mio potere per non permettere al nostro Governo di spingerci verso il baratro. Ho una responsabilità in quanto cittadina, quella di ribellarmi se qualcosa non mi va giù”, ha dichiarato Alessandra. “Ho quasi 72 anni e sono qui oggi perché penso che sia un dovere delle persone della mia età assumersi le proprie responsabilità. Quello che sta accadendo è orribile e spaventoso. Ed è bene che siamo presenti e diciamo come la pensiamo, perché la nostra esperienza ci dà maggiore autorevolezza agli occhi delle persone, e qualcuno lo deve fare. Se una bisnonna non si preoccupa per quello che lascerà ai suoi figli, nipoti e bisnipoti, allora non so chi si dovrebbe preoccupare di loro. Le persone meno abbienti subiscono maggiormente la crisi climatica, che sta portando alla distruzione della specie umana”, ha aggiunto Carmen. “Oggi interrompiamo la routine di settembre, affinché la vulnerabilità dei nostri corpi possa diventare un mezzo per entrare in contatto, per diventare un 'Noi'. La precarietà, gli stipendi da fame, la marginalizzazione non sono che differenti facce di una stessa situazione emergenziale, che ci rende tutte più fragili e vulnerabili. Siamo qui perché siamo stanche e abbiamo paura, ma siamo anche estremamente arrabbiate con un sistema e una classe politica che è assolutamente distante da noi, e che non ci ascolta. Abbiamo provato a manifestare il dissenso in maniera legale, siamo andate al Senato, due volte, ma non è bastato. Siamo andate in televisione, a dibattere negli studi cercando un confronto, ma non siamo state ascoltate, anzi, venivamo interrotte mentre parlavamo. Allora ritorniamo in strada”, spiega una giovane. Per questo stiamo portando avanti una nuova richiesta: “Fondo Riparazione” da 20 miliardi di euro per riparare i danni subiti dai cittadini a causa degli eventi meteorologici estremi (alluvioni, grandinate, incendi, siccità e così via) dovuti allo stravolgimento climatico provocato dall’uso dei combustibili fossili. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)