Ultima Generazione: la battaglia è giusta o sono solo dei teppisti?
Cosa chiede Ultima Generazione? Perché fanno questi gesti estremi? Vogliono ottenere misure di contrasto al collasso eco climatico
Imbrattano palazzi, sporcano fontane, bloccano strade di transito, tutto per sensibilizzare l’opinione pubblica che non c’è più tempo, che bisogna smettere di investire sull’energia da fossili e passare alle fonti rinnovabili. Ne va del nostro futuro.
Imbrattano monumenti, macchiano l’acqua delle fontane, sporcano opere d’arte, bloccano strade, cercano di farsi ascoltare con azioni di disobbedienza civile. Lo stato reagisce con pene durissime e multe salate. Ma loro continuano, perché la posta in gioco è alta, ne va del nostro futuro. Fanno bene, fanno male?
Alcuni dicono che fanno bene a protestare ma non bisogna sporcare le nostre bellezze artistiche. Loro rispondono che se non facessero così nessuno li ascolterebbe e non hanno tutti i torti. I monumenti si possono ripulire, le sostanze che usano fanno effetto ma non macchiano e non deturpano le opere su cui le gettano. Contro di loro sono previste pene detentive durissime e multe salate. Dall’inizio dell’anno la Questura ha già emesso 84 provvedimenti di fogli di via obbligatorio per gli attivisti non romani. Ultima Generazione chiede al Governo di bloccare i sussidi pubblici ai combustibili fossili. Una richiesta forte.
Una cosa è certa: non si fermeranno e le loro azioni proseguiranno.
La battaglia è giusta o sono solo dei teppisti?
Ultima Generazione, ormai colpisce con continuità. Nella mattinata di domenica 21 maggio circa 10 di loro hanno gettato del liquido nero (carbone vegetale) all’interno della Fontana di Trevi, in pieno centro a Roma. Gli attivisti hanno esposto uno striscione “Non paghiamo il fossile“. In tanti, tra turisti e cittadini, li hanno insultati. Qualcuno ha anche cercato il contatto fisico e si sono segnalati momenti di tensione. Era già successo il 1° aprile alla Barcaccia in piazza di Spagna e il 6 maggio avevano gettato del carbone vegetale in quella dei Quattro Fiumi, a piazza Navona. Lo scorso novembre una zuppa di verdure era finita sul vetro di un quadro di Van Gogh e, sempre nello stesso periodo, si erano resi protagonisti di blocchi stradali sul Grande Raccordo Anulare. Qualche giorno dopo avevano imbrattato di vernice arancione la sede di Cassa depositi e prestiti in via Goito a Roma, per poi colorare sempre di arancione, all’inizio dell’anno, l’ingresso di Palazzo Madama, sede del Senato.
Se poi fanno un attentato a un oleodotto?
C’è da dire che non sono vernici indelebili, si possono lavare facilmente e non arrecano danno alle strutture. Fanno solo scena. Tuttavia non si può vedere un monumento, patrimonio dell’Umanità, sporcato anche se per una giusta causa. Secondo Luca Dragoni, giornalista de La Verità, c’è troppa accondiscendenza verso di loro. Li ha chiamati “imbrattatori e si trattano con troppa tolleranza”, ha aggiunto. Un po’ come era successo coi terroristi anni fa, dicendo che “Sono compagni che sbagliano”. L’ha detto il 29 maggio scorso, durante il programma L’Aria che tira su La7, quello condotto da Myrta Merlino e subito il professore Domenico De Masi, sociologo del lavoro, l’ha ripreso, perché è un paragone assurdo, tra chi aveva come fine la caduta dello stato democratico e chi cerca solo di sensibilizzare la popolazione verso i problemi ambientali, con gesti di disobbedienza civile. “Dopo aver imbrattato Fontana di Trevi ci sarà il passo successivo”, incalza Dragoni: “perché non fare un attentato all’oleodotto? Vi do una notizia, passata inosservata: The Guardian, che è un quotidiano britannico di sinistra, ha parlato di raid polizieschi e di perquisizioni presso i covi tedeschi dei ragazzi di Ultima Generazione”.
L’ONU scende in campo: sono una voce morale, vanno protetti
Tutto vero e inoltre è stata imposta la chiusura del sito web dell’organizzazione in Germania e il congelamento di diversi conti bancari, come reazione ai blocchi stradali e altre manifestazioni non violente. Le iniziative di protesta si rivolgono proprio alle Nazioni Unite affinché faccia pressione sui governi di tutto il mondo, per mettere fine agli investimenti sulle energie prodotte da fossili (carbone e petrolio) in quanto causa primaria del cambiamento climatico che produce tanti disastri ambientali. L’Onu è intervenuto difendendo l’operato degli attivisti.
La reazione della polizia tedesca è stata quanto meno sproporzionata rispetto agli interventi di protesta. “Gli attivisti sono stati determinanti nei momenti cruciali nello spingere i governi e gli imprenditori a fare molto di più”, hanno spiegato dal Palazzo di Vetro. “È chiaro – ha poi aggiunto il portavoce di Guterres – che molti dei progressi che abbiamo visto sulla consapevolezza del cambiamento climatico sono dovuti al fatto che le persone hanno manifestato pacificamente in tutto il mondo”. Insomma per l’Onu gli attivisti climatici come quelli di Ultima Generazione, sono una voce morale e vanno protetti.
La politica li deve ascoltare
In un’altra trasmissione, di quelle che non vedremo nei prossimi anni, Mezzora in più, su Raitre, Lucia Annunziata stava intervistando Gianfranco Fini, ex presidente della Camera e una delle figure di spicco della nascita della Destra di governo. Secondo Fini questi “ragazzi avranno dei modi di protestare che a volte sembrano confusi, e per certi aspetti possono apparire censurabili ma che in ogni caso la politica ha il dovere di ascoltare. Soprattutto per i temi che sottopongono alla nostra attenzione.” Le parole di Fini sono in chiara contro tendenza con le prese di posizione del Governo Meloni e i suoi rappresentanti che pure vengono dalla stessa parte di Fini e molti grazie a lui. “La cosa che più deve spaventarci, riguardo ai giovani, è l’apatia”, dice Fini. “Perché una cosa confusa e censurabile è comunque sempre meglio che l’apatia”. Certo, aggiunge l’ex leader di An, “ogni protesta deve rimanere all’interno della legge. Ma possiamo sostenere che questi giovani facciano cose più gravi di quelle che si vedevano nel secolo scorso?”.
Comunque fanno un danno economico alla comunità
C’è anche l’aspetto economico. I loro interventi un danno lo fanno. Chiama la squadra a ripulire le mura, o a ripulire la fontana e sono soldi dei contribuenti che si potevano spendere meglio. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri è intervenuto lanciando un appello: “Questo blitz comporterà un intervento significativo, costerà tempo, impegno e acqua, perché questa è una fontana a riciclo d’acqua. Ora noi la dovremo svuotare, si butteranno via 300 mila litri d’acqua, che è la capienza della fontana“.
Al Sindaco gli attivisti rispondono che “Il nostro Paese sta morendo“, ricordando quanto sta accadendo in Emilia Romagna, dove circa 30.000 persone sono sfollate dopo le pesanti alluvioni dei giorni scorsi.
Ma Gualtieri su Twitter chiede a chi protesta “di misurarsi su un terreno di confronto senza mettere a rischio i monumenti.”
La protesta serve a comunicare?
Fanno bene o fanno male queste persone a farsi sentire con gesti eclatanti, che richiamano l’attenzione di stampa, televisioni e video virali, che poi girano sul web?
Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico italiano: “La situazione continuerà peggiorare fino a quando non porremo fine all’industria dei combustibili fossili e alla ricerca esponenziale di sempre più profitti a scapito di tutto il resto. Non c’è modo di ingannare la fisica.”
Lella Mazzoli, docente di sociologia della comunicazione all’università “Carlo Bo” di Urbino non ha dubbi: “Gli attivisti di Ultima Generazione hanno ragione e sanno comunicare con efficacia. Quando si trova un canale che viene ripreso da tutti i media mainstream e sui social vuol dire che il processo di comunicazione ha funzionato e funziona mantenendo questo status.”
Sandro Cattacin, sociologo e docente all’Univesità di Ginevra: “Questi attivisti sono consapevoli delle conseguenze e non sono così naïf. Sanno che questi quadri sono protetti dal vetro e che si potranno ripulire. Però più lo sanno loro e meno gli altri, migliore è l’effetto. È proprio il gesto eclatante che fa l’effetto!”
Peterr Kalmus, fisico e climatologo con esperienza decennale ai laboratori della NASA
“Se i governi prendessero sul serio la crisi climatica, non ci potrebbero essere nuovi investimenti in petrolio, gas e carbone, da ora – da quest’anno.” [Detto nel 2021]
Fatih Birol, direttore generale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia: “Gli attivisti per il clima sono talvolta descritti come radicali pericolosi. Ma i radicali veramente pericolosi sono i Paesi che stanno aumentando la produzione di combustibili fossili.”
Alessandro Gassman, attore e regista italiano: “Gli atti di disobbedienza civile, che mettono in atto gli attivisti climatici, sono fondamentali per cambiare l’agenda politica.”
Antonio Guterres, segretario generale ONU: “Gli attivisti di Ultima Generazione sanno parlare bene: gli slogan che pronunciano sono articolati, i dati che citano sono aggiornati. Dovremmo anche noi tutti occupare il GRA.” Le persone che protestano per il clima hanno ragioni sacrosante. I dati sono allarmanti, le dichiarazioni del segretario generale dell’Onu sono chiare: “Azione collettiva o suicidio collettivo”.
Il dovere di ribellarci alla catastrofe annunciata
Cosa chiede Ultima Generazione? Perché fanno questi gesti estremi? Le azioni di disobbedienza civile non violenta servono per ottenere misure di contrasto al collasso eco climatico a cui stiamo andando incontro a causa delle troppe emissioni di CO2.
“Stiamo andando verso inferno climatico con acceleratore premuto. Leader e uomini d’affari non stanno solo mentendo, stanno soffocando il nostro pianeta con i loro interessi e investendo sui combustibili fossili”. Con queste parole il segretario generale dell’ONU ha descritto la situazione in cui ci troviamo: delle lobby del fossile faranno di tutto pur di mantenere un profitto economico, condanneranno a morte anche milioni di persone se necessario. Secondo loro tutti noi dovremmo ribellarci a questo “genocidio programmato”. Se non protestiamo, se accettiamo questo crimine senza ribellarci, ne saremo complici.
Durante i mesi di azioni di disobbedienza civile nonviolenta (blocchi stradali, imbrattamenti, scioperi della fame, azioni nei musei, interruzioni di eventi e quant’altro) nel 2022, Ultima Generazione ha visto autorizzare decine e decine di Gigawatt di rinnovabili. Si tratta per lo più di eolico offshore. Chiedevano 20GW per iniziare e ne hanno visti autorizzati all’allaccio più del quadruplo. Questo successo, per loro, è un’ulteriore conferma di quanto avere richieste piccole e concrete sia efficace, per ottenere risultati.