Ultimatum del PD a Marino: cambiare la Giunta o tornare al voto
Parla Luigi Zanda a La Repubblica: “Se sindaco e Giunta non vanno d’accordo è ancora più rischioso del voto anticipato”
“Con @ignaziomarino, per cambiare Roma davvero. Nuove idee e nuova squadra. #èRoma #èPolitica”. Lo scrive sul suo account Twitter Giulia Tempesta, consigliere di Roma Capitale nelle fila PD, ed ex capogruppo pro tempore dei dem in Campidoglio.
L’annuncio della Tempesta precede la riunione che si terrà martedì, un faccia a faccia tra il gruppo capitolino del PD e il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Un confronto che si prevede serrato, dopo l'ultimatum arrivato dalla direzione cittadina del partito: o si cambia passo, o si cambiano i nomi. Magari anche con delle elezioni anticipate.
Era stato lo stesso Lionello Cosentino, senatore dem e segretario del PD Roma ad avvisare: “Marino arriva a fine consiliatura se fa poche cose utili”. Ovvero: “Se paga le multe, se ci mettiamo tutti assieme a lavorare sui problemi veri di Roma, e non sulle polemiche tra partiti e le strumentalizzazioni”. Dalla sua, Fabrizio Panecaldo, consigliere comunale e coordinatore della maggioranza in Campidoglio, spiegava: “Non parlo da coordinatore ma da consigliere del Partito democratico: quanto accaduto negli scorsi giorni richiede dei chiarimenti, quindi come gruppo Pd chiediamo al sindaco di venire a riferire in Aula”. A dire la sua, anche Massimo Caprari, capogruppo di Centro Democratico in Assemblea Capitolina. “E’ necessario un momento di riflessione generale da parte del sindaco Marino e della sua Giunta, siamo davanti a un passaggio delicato per la guida della capitale. Il Sindaco deve riconoscere che è stato un errore quello di immaginare di governare, da uomo solo al comando, una città così complicata come Roma, in un momento di gravissima crisi economica”.
Ma è Luigi Zanda, capogruppo PD al Senato, a metterci la parola definitiva. “Credo che abbia governato con grande buona fede. Ma i risultati per ora non sono sufficienti”. Luigi Zanda ha parlato a Repubblica, nel corso di un’intervista. Secondo il senatore dem, Marino “non ha la conoscenza robusta di Roma che avevano Rutelli e Veltroni, oppure Petroselli e Argan. Questo avrebbe dovuto consigliarlo a scegliere una giunta più matura. Io stimo l'assessore Improta, ma su molti altri sospendo il giudizio”. Seppure “molto amico” di Ignazio Marino, nonché suo “sostenitore”, Zanda ammette che “fare il sindaco di Roma è un mestiere difficile, reso ancora più complicato dall'eredità pesantissima di Alemanno”. Ma il primo cittadino deve fidarsi del suo partito, perché “le indicazioni del PD non sono date per motivi diversi da quello di volerlo rafforzare”. Anche per scongiurare l’ipotesi di nuove elezioni, alle quali Zanda si dice contrario. Ma – aggiunge – “considero egualmente pericolosa la palude politica: il fatto che il sindaco e la sua maggioranza non vadano d'accordo è contro natura, un assurdo, ancora più rischioso del voto anticipato”.
E sullo scandalo delle multe, afferma: “Si pagano. Oppure, se le si ritiene contestate in modo illegittimo, ci si oppone in giudizio. Altre strade non ce ne sono”.