Un carcere al centro di Roma, dove si trovavano le più importanti e numerose botteghe di orefici
Molti i prigionieri illustri rinchiusi nel carcere: il re di Numidia Giugurta, il re dei Galli Vercingetorige e soprattutto i due apostoli Pietro e Paolo
Nessuno si potrebbe aspettare che una delle carceri più antiche di Roma si trovi in prossimità di piazza Venezia. Dietro l’altare della Patria, ma nascosto e poco visibile, si erge il rinomato carcere Mamertino.
Il carcere conosciuto anche con il nome di carcere Tulliano, è una delle carceri più antiche e più famose di Roma, posto nel Foro Boario.
Il Clivus Argentarius, strada dello shopping
Era posto sul clivus Argentarius, cioè la strada di Roma dove si trovavano le più importanti e più numerose botteghe di orefici.
Nella Roma antica le carceri erano tantissime; ogni carcere aveva una struttura simile, ma nessuna delle strutture carceriere rinvenute a Roma si ritrovavano in zone così di pregio come questa.
Il Carcere Mamertino è formato da due sezioni: una superiore dove i malfattori venivano tenuti in arresto in attesa del giudizio; e da una inferiore Tullianum che era invece la parte sotto terra dove venivano eseguite le condanne a morte.
Il Tullianum, secondo gli storici latini, fu costruito dal quarto re di Roma, Anco Marzio, nel VII secolo a.C.
Lo spazio era particolarmente tetro mentre la parte superiore era in realtà abbastanza confortevole dove i prigionieri venivano tenuti per poco tempo. La legge romana infatti non prevedeva grossi periodi di detenzione, ma viceversa comminava altri tipi di pene, come l’esilio, la fustigazione, l’esproprio o la morte. Per i romani una lunga detenzione era troppo gravosa per lo Stato e non conveniva occupare gli spazi troppo al lungo.
Il carcere Mamertino custodì gli apostoli
Questo carcere divenne famosissimo quando al suo interno furono incarcerati gli apostoli più importanti di Roma, Pietro e Paolo. E’ da quel momento che il carcere diventa meta di pellegrinaggio da parte della comunità cristiana.
Sul fondo della prigione c’è una piccola sorgente che, secondo la tradizione cristiana, fu fatta scaturire da San Pietro per poter battezzare i suoi custodi convertiti, Processo e Martiniano, che poi furono uccisi con i cristiani che erano stati arrestati insieme a San Pietro.
Il foro circolare era in origine l’unica via di accesso alla parte inferiore, che era generalmente riservata ai prigionieri di Stato, che venivano poi uccisi per strangolamento.
Si accede al livello inferiore tramite una rampa di scala che immetteva nel Tullianum, di forma semicircolare, rivestito con lastre di peperino senza cemento.
I prigionieri illustri del carcere
Molti furono i prigionieri illustri che furono rinchiusi qui: il re di Numidia Giugurta, il re dei Galli Vercingetorige, ma soprattutto i due apostoli Pietro e Paolo.
Grazie a questa tradizione agiografica cristiana il carcere fu conservato e successivamente trasformato in una chiesa, San Pietro in carcere, luogo di pellegrinaggio inaugurato da papa Silvestro nel 314.
Il complesso è talmente tanto vicino a uno degli ingressi dei Fori imperiali che è un peccato non visitarlo. Al di là dell’essere credenti o meno, è una piccola perla storica da salvaguardare.