Un tesoro nascosto nel quartiere Esquilino: i Trofei di Mario
Il ninfeo è generalmente un luogo sacro dedicato alle ninfe, in particolare marine; al centro svettava un’enorme fontana monumentale
Al centro di Roma, a piazza Vittorio Emanuele II, al centro della stessa piazza sorgono i resti dei Trofei di Mario. E’ un monumento poco conosciuto e anche poco visibile.
Moltissimi romani ogni giorno passano accanto a questi resti, ma nessuno si è forse mai soffermato a vedere l’imponente ricostruzione, fa quasi da sfondo ad una delle piazze più importanti di Roma.
I trofei di Mario non sono altro che i resti di un ninfeo
Il ninfeo è generalmente un luogo sacro dedicato a delle ninfe, in particolare marine; al centro del ninfeo svettava un’enorme fontana monumentale con funzione anche di castellum aquae.
Dalla fontana sono state rinvenute diverse sculture di trofei che sono state attribuiti erroneamente a Silla e a Gaio Mario per la vittoria sui Cimbri e i Teutoni (II secolo a.C.), probabilmente sono databili all’età domizianea, presumibilmente per celebrare le vittorie contro i Catti e i Daci del 89 a.C.
Gli studiosi ritengono che forse siano state create da Alessandro Severo e rappresentavano una grande fontana alimentata dall’Acqua Claudia. Anche sulla sorgente che doveva essere utilizzata per alimentare questa fontana ci fu una lunga diatriba tra i vari storici e archeologi di Roma.
Purtroppo è attualmente visibile unicamente lo scheletro dell’immenso complesso, in laterizio, ma originariamente doveva essere rivestito in marmo: sono stati ritrovati i fori per le grappe che dovevano sorreggere le lastre.
Questo dato è fondamentale agli archeologi per ricostruire la probabile struttura del complesso; quando infatti vengono ritrovati dei fori per delle grappe si sa, fin da subito, che l’intero complesso doveva essere rivestito da lastre di marmo.
Una costruzione su tre piani
Dalla rappresentazione della fontana che si ha in varie monete, si deduce che si tratta di una costruzione su tre piani sopra le quali era posto una quadriga che, secondo Rodolfo Lanciani, si riferiva alle vittorie di Domiziano sui Catti e sui Daci.
Nella parte più bassa della fontana c’erano una serie di nicchie contenenti varie statue, una grande vasca raccoglieva tutta l’acqua proveniente da alcune aperture poste nelle parti alte della fontana, che quindi cadevano sotto forma di cascata sulla vasca stessa. All’interno della stessa fontana c’era nei cosiddetti trofei di Mario, probabili trofei di Domiziano che poi sono stati successivamente trasportati sulla balaustra del Campidoglio.
Nelle vicinanze di questa fontana, come dice appunto Rodolfo Lanciani, fu trovato il celebre Melagro Vaticano e anche il Seneca della Villa Borghese più conosciuto sotto il nome di Pescatore e un Ercole di marmo. Il ninfeo con la sua mole e la sua grandiosa spazialità fu ispiratore e modello di moltissime fontane e mostre d’acqua di epoca rinascimentale e barocca.
E’ un gioiello nascosto nel centro di Roma, che tutti, turisti, ma soprattutto i romani dovrebbero visitare e conoscere, magari portandoci il cane a spasso.