Un weekend “particolare”, il film di Gianni Ciuffini: “la mia è una commedia universale”
Ha collaborato con Monicelli, Risi ma anche Francois Truffaut. Una carriera che inizia a 17 anni e quello stile che racconta l’evolversi della società sempre con garbo ed eleganza che solo la grande cultura sa dare
Gianni Ciuffini sceneggiatore, regista, produttore che ha alle spalle una lunga carriera, torna al cinema con una commedia romantica che vede protagonisti Nancy Brilli e Enzo Decaro. Gli abbiamo chiesto del film ma anche di come il lavoro di regista sia cambiato.
Lei ha esordito non ancora diciottenne e ha lavorato come assistente alla regia di grandi maestri del cinema come Monicelli, Risi, Loy e Francois Truffaut. Questo film si avvicina più allo stile di commedia francese o a quello della commedia italiana di oggi?
A differenza della commedia italiana di oggi, un po’ scollacciata e che usa le parolacce, che ha connotazioni campanilistiche: (i personaggi sono il tipico romano o milanese, il napoletano) la mia è una commedia universale, va bene per tutti. Se dovessi fare un confronto le direi che è sicuramente più francese nella maniera di esprimersi, che italiana. Poi i personaggi sono italiani perché lo sono gli attori ma potremmo portarla in tutta Europa e oltreoceano senza modificarne le caratteristiche. È una commedia rosa, è universale, va bene per tutti.
Nel panorama italiano, registi che possono vantare un curriculum di collaborazioni come il suo e che si sono formati sul campo sono rari, secondo lei perché? Cosa è cambiato nel suo mestiere?
Negli anni 70, (io lasciai il cinema pochi anni dopo), chi faceva l’aiuto regista aveva la strada sbarrata, sono pochissimi quelli che hanno lavorato coi grandi in quegli anni e che poi hanno fatto dei film loro. Perché c’era un po’ una baronìa, non ti davano spazio. Era anche un cinema politicizzato con storie forti. Oggi, purtroppo, tolti alcuni che sono molto bravi e che vengono dalla gavetta, ci sono molti che si sono inventati in questo mestiere.
Il problema grande sta nella scrittura, i film oggi sono tutti uguali. Manca la scrittura. Poi non stupiamoci se i film vanno male o non escono per niente.
Perché secondo lei?
Perché il lavoro del regista e dello sceneggiatore è legato molto ai tempi e alla società. Oggi le storie sono diverse, è sparita la società degli anni 70 – 80 che era una società in movimento continuo, non ci sono le lotte politiche. Ormai comandano i social, la gente si mette davanti al cellulare, siamo un paese anti culturale. Salvando artisti come Sorrentino, il grosso ha una formazione che non è quella dei grandi maestri e questo si riflette nei film. Se togli il campanilismo e gli stereotipi non c’è più niente. Confondiamo le trame e non identifichiamo il prodotto. E infatti al cinema a vedere i film italiani non ci va più nessuno.
Francoise Truffaut, dal quale dice di avere appreso molto diceva: “Dài agli attori lo spazio che meritano, ci guadagnerai sempre”. Non le è mai capitato di lavorare invece con attori o registi che hanno smentito questa frase?
Ma sempre! Mi capita continuamente! Con i registi italiani in special modo. Il mio rapporto con Monicelli e Risi, nasce quando facevo l’aiuto regista nei Caroselli della società di produzione di mia madre.
Ricordo che Paolo e Vittorio Taviani dicevano: “L’attore è uno strumento nelle mani del regista e deve fare solo quello che dice lui”. A Elio Petri se gli cambiavi mezza parola dalla sceneggiatura erano guai, Monicelli pure, mentre Risi dava più spazio. Truffaut in questo era veramente fantastico. Pensi a “Effetto notte”, lui arrivava sul set e si confrontava con gli attori cercando sempre il loro parere, lasciando loro anche la possibilità di cambiare le battute. Il film poi è divenuto il capolavoro che conosciamo.
Così ho fatto per questo mio film, rimarreste stupiti leggendo la sceneggiatura originale dopo aver visto il film. Nancy Brilli ed Enzo Decaro si cucivano addosso le battute come le sentivano loro, senza stravolgere la trama, e io gliel’ho lasciato fare.
Il film, lei ha dichiarato, è una “commedia rosa che racconta come l’amore abbia varie sfaccettature”. Guardando il film si ride o si riflette di più?
Tutte e due, la storia è di due ex che si incontrano in un albergo dove erano stati insieme ma stavolta con due diversi compagni. C’è il portiere dell’albergo che farà un po’ da cupido. C’è una parte di film più comica dove si ride molto, Nancy Brilli, nei panni di Elena, ne farà delle belle a Enzo Decaro, che interpreta appunto l’ex Claudio. Poi però arriva la consapevolezza che ci sono ancora dei sentimenti per quest’uomo e le cose si svilupperanno. Il film ha una fine aperta, cosa accadrà ai nostri protagonisti? Non si sa e non è scontato vedendo il film.
Un weekend “particolare” arriverà nella sale italiane a maggio 2023, quando vedremo il trailer e se ne prevede un passaggio anche al piccolo schermo?
A maggio 2023 sarà nelle sale, mentre dalla prossima settimana sarà rilasciato il trailer. Poi il passaggio nel piccolo schermo è ormai d’obbligo. A fine 2023 sarà lanciato sulle piattaforme e sul satellite mentre per vederlo sulle reti “free” dovremo attendere il 2024.