Una Nazionale viva e cangiante: le indicazioni di Italia-Inghilterra
Il match di San Siro mostra come un nuovo corso possa passare anche dalla Nations League: lunedì caccia alle Final Four. Raspadori e Dimarco in evidenza
La vittoria di misura della Nazionale sull’Inghilterra non va presa come un’inutile amichevole durante la sosta per le selezioni nazionali. L’Italia di Mancini è più che mai work in progress, e al cospetto della rivale della finale di Wembley ha fatto vedere cose futuribili. In un girone pieno di sorprese, in cui era presente anche la Germania, finire al primo posto e andare alle Final Four sarebbe una grande iniezione di fiducia.
Tra scelta e necessità, 3-5-2 strada praticabile
Sì, le assenze (da ambo le parti) hanno inciso, nella qualità del match e nelle scelte di formazione. Ma Roberto Mancini ha voluto accantonare il 4-3-3 per puntare sul 3-5-2: un esperimento che può dirsi riuscito. Toloi e Acerbi, guidati da un Bonucci versione Euro 2020, hanno fornito una prestazione singola e di reparto solida. In fin dei conti, Donnarumma è stato impegnato solo al minuto 77 due volte con tiri da posizione defilata. Dimarco, sull’out di sinistra tra i 5 centrocampisti, è stato una spina nel fianco dello scacchiere inglese. Meno brillante ma sicuro Di Lorenzo sulla destra. Lungi dall’essere la formazione potenzialmente titolare, ma su questo posizionamento di partenza si può lavorare.
La tanto bistrattata Nations League…
In un girone dalle mille sorprese, dove sulla carta la vittima sacrificale (l’Ungheria) è la favorita per vincere il gruppo e andare alla Final Four, l’Italia della “ricostruzione bis” ha le sue speranze. Lunedì prossimo lo scontro diretto proprio con i magiari a Budapest: per passare serve una vittoria. La pausa per le nazionali, per far giocare le partite di Nations League, per molti considerati in preparazione al Mondiale (a cui gli azzurri non andranno), ha fatto storcere il naso agli amanti del “pallone che conta”, ossia la Serie A. La verità è un’altra e la si può intravedere in sfide come quella di San Siro.
Non si può criticare i risultati della Nazionale e contemporaneamente ricordarsi di essa solo nei grandi eventi: l’Italia, dati i campioni presenti attualmente, non si può basare sull’inventiva del singolo senza costruire un gruppo e un sistema di gioco solido. Euro 2020 ce lo ha insegnato. Per questo ben venga la Nations League e gli esperimenti di Mancini, per ricostruire quello che troppo in fretta si è voluto sotterrare. Altrimenti ricomincia il giro di lamenti, incoerenti, di cui sopra, per un cane che si morde la coda e l’ennesima stagnazione culturale sul tema.
Raspadori e Dimarco, ripartire anche da loro
In quest’ottica, Giacomo Raspadori e Federico Dimarco sono valide frecce dell’arco del c.t. Il primo ha deciso la partita con un aggancio e un tiro di destro di pregevole fattura, l’altro col mancino ha creato pericoli costanti agli inglesi, prendendo anche un palo sul finale. Tecnica e tattica possono migliorare ancora, ma colpisce in primis l’atteggiamento che li hanno fatti spiccare tra gli Azzurri. Anche su Scamacca bisogna puntare, ma le sue prestazioni sono parzialmente collegate alla mancanza atavica di scarsi rifornimenti alla punta centrale.