Università Lumsa, cronache di didattica e di laurea a distanza
Alla Lumsa abbiamo proposto la laurea online e, quando i tempi lo permetteranno, un Graduation Day, una festa con le famiglie dei ragazzi
Università Lumsa racconta la didattica del confinamento. Gli studenti della University of Pennsylvania, privati dal lockdown della loro vita nel campus, lo ricreano con Minecraft: dormitori, sculture, food truck, tutto. Il videogame li unisce nell’impresa di recuperare un’esperienza perduta e la tendenza negli USA si diffonde.
Ma qual è la reazione degli studenti universitari italiani?
Lo abbiamo chiesto al Prorettore dell’Università LUMSA Prof. Giampaolo Frezza:
“Io ho avvertito un grandissimo senso di maturità da parte degli studenti, – dice – e di responsabilità nell’accettare tutte le indicazioni che sono state date dalle Autorità. Per me è stata veramente una sorpresa: le matricole ad esempio, ragazzi di 18-19 anni stanno a casa ma non con rassegnazione, io non li ho visti rassegnati, li ho visti positivi, propositivi e mai eccessivi. Grande senso di responsabilità dunque ma anche inevitabilmente un po’ di insicurezza: professore come facciamo con gli esami? Professore come facciamo con il ricevimento, il tutor, il gruppo di studio? Un po’ di insicurezza che però abbiamo superato, anche attraverso l’istituzione di uno sportello di psicologia, un desk virtuale in cui i nostri docenti del corso di psicologia si sono messi a disposizione dei ragazzi più vulnerabili. Non c’è stata un’impennata di richieste però qualcuno si è fatto aiutare”.
Con l’emergenza Covid l’Ateneo ha dovuto spostare i corsi online, quali difficoltà avete dovuto affrontare?
L’impegno è stato notevole perché abbiamo dovuto ripensare tutta la didattica, tutti gli esami e le lauree. Noi avevamo già da anni operativa una commissione e-learning ed una piattaforma Moodle che era operativa con specifico riguardo a qualche corso di laurea e a qualche docente particolarmente sensibile a questo tipo di innovazione. Con l’emergenza abbiamo dato ai docenti due possibilità: quella di utilizzare la nostra piattaforma interna Moodle che è funzionale ai fini didattici, ad esempio per trasmettere degli scritti o per chattare, ma è carente dal punto di vista del contatto latamente umano per quanto possibile con gli strumenti informatici, oppure l’utilizzo della piattaforma Meet di Google. Le difficoltà tecniche sono state superate immediatamente perché abbiamo un supporto amministrativo informatico molto efficiente che ha permesso una immediata preparazione di quei docenti che, magari un po’ più in là con l’età, sono meno avvezzi all’uso degli strumenti informatici”.
Gli studenti avevano già a disposizione gli strumenti informatici necessari?
“Si. Certo abbiamo avuto casi in cui la zona della casa di alcuni studenti era poco coperta, oppure studenti che avevano un limite di giga a disposizione. Chiaramente gli studenti devono avere la possibilità di collegarsi ore e ore su internet. Per queste ragioni abbiamo messo a disposizione dei sussidi per far fronte a quelle che potevano essere delle discriminazioni che vanno evitate in questi casi. Comunque – continua il prof. Frezza – i ragazzi hanno avuto una reazione molto positiva al cambiamento.
Le cronache a distanza dell’Università Lumsa
Un cambiamento che abbiamo documentato nelle nostre ‘Cronache di didattica a distanza’.” Ovvero una rubrica presente sulla pagina Facebook dell’Università che raccoglie contributi e testimonianze di allievi e docenti. C’è ad esempio quella di Martina, del quarto anno: “questo è il periodo del Covid 19. – dice – E’ il periodo della pizza fatta in casa, delle lezioni online, della famiglia”; c’è quella della prof.ssa Trabalzini, Presidente del CdLM in progettazione e gestione dei servizi socio-educativi e formativi, che individua strategie per coniugare un corso dalla forte componente laboratoriale con gli strumenti della didattica a distanza.
Questo tipo di didattica permetterebbe a studenti che risiedono in altre zone del Paese di seguire i corsi di laurea senza sostenere i costi di un trasferimento a Roma. Crede che questo possa accadere in futuro? E in questo caso ritiene che il percorso didattico possa avere lo stesso valore o si perde qualcosa?
“La Lumsa quest’anno compie 80 anni, – risponde il Prorettore – dopo la Sapienza a Roma è l’Università più antica. Per noi è di fondamentale importanza la presenza, l’attenzione allo studente, il rapporto diretto docente-discente, la comunità degli studenti e la comunità dei docenti che colloquia con la comunità degli studenti. Questi sono per noi valori ineliminabili. Alla ripresa quindi durante tutto il primo semestre, siccome disponiamo di belle strutture e di aule molto capienti, nel rispetto delle normative, accoglieremo gli studenti che possono e che vogliono venire. Ovviamente dovremo tenere in considerazione quegli studenti che sono fuori sede e per cui dovremo fare una didattica che è in presenza ma sincrona.
Università Lumsa, la didattica sincrona per studenti fuori sede
Questo vale anche per molti studenti romani, perché molti di loro mi hanno già detto: professore io sono di Roma ma per venire alla Lumsa devo prendere tre mezzi, impiego un’ora e mezza in condizioni normali figuriamoci adesso e poi abbiamo pure paura della malattia! Dovremo inoltre considerare delle eccezioni: quei casi di studenti che non possono sentire in modo sincrono la lezione. Per loro implementeremo una didattica asincrona, ovvero registrata. Ma vorrei sottolineare che Luigia Tincani, fondatrice della Lumsa, che peraltro è l’unica università in Europa fondata da una donna, l’ha fondata con l’idea che oltre all’educazione, al centro c’è la persona. La missione del docente è quella di trasmettere la visione del bello, il piacere della ricerca, dell’approfondimento, tutto questo si trasmette in presenza”.
Ci sono ragazzi che in questo periodo hanno discusso la tesi di laurea online, qual’è stata la procedura adottata? Quali le reazioni dei laureandi?
“Noi abbiamo usato il Meet di Google, la commissione era regolarmente composta, abbiamo creato gruppi di 3 o 4 ragazzi che si collegavano e discutevano la tesi di lurea da casa. Devo dire che i siciliani (noi abbiamo anche una sede a Palermo) non erano contenti, mentre i ragazzi di Roma hanno accettato subito l’idea. I siciliani ritenevano impossibile laurearsi senza il fidanzato, la nonna, gli zii. Noi non lo abbiamo imposto. Abbiamo proposto la laurea online e, quando i tempi lo permetteranno, un Graduation Day. In pratica i ragazzi laureati online saranno richiamati con le loro famiglie e faremo una bellissima festa.
Università Lumsa e il Graduation Day
Saranno tutti in toga, ci sarà la consegna delle pergamene, faremo presentare i ragazzi così ognuno dirà con quanto si è laureato ed il titolo della tesi, organizzeremo un piccolo evento scientifico, 15 minuti con un personaggio autorevole che possa fare un’introduzione ed infine il buffet. Quindi abbiamo detto: modalità online con Graduation Day oppure, sperando che i tempi lo permettano, quelli che dovevano laurearsi a marzo possono laurearsi a giugno in presenza, pur rientrando nel vecchio anno accademico. Alla fine su 300 che si sono laureati, solo 30 hanno deciso di posticipare la laurea a giugno”.
Quali innovazioni ritiene che si debbano introdurre in futuro nel mondo universitario?
“Occorre trovare un giusto equilibrio tra la formazione integrale della persona e il rispetto dei tempi in cui viviamo, e questo implica anche un po’ di e-learning. Noi riteniamo che l’informatica sia importante insieme ad una profonda preparazione etica e filosofica. Attraverso l’informatica dobbiamo riuscire a trasmettere ai ragazzi delle competenze trasversali, le cosiddette soft skills”.
*Articolo curato da Patrizia Artemisio.