Usa, dall’ingiusta condanna all’elezione: la rivincita di Yusef Salaam
Era uno dei “Central Park Five”, cinque ragazzini incarcerati senza prove per lo stupro di una jogger nel 1989 a New York: 35 anni dopo, è stato designato consigliere municipale proprio nella Grande Mela
Il nome di Yusef Salaam probabilmente dirà poco ai lettori italiani, essendo (suo malgrado) tra i protagonisti di un “pasticciaccio brutto” tutto made in Usa. O meglio, essendo stato, dal momento che la sua odissea si è conclusa già da tempo – e con un lieto fine, sia pure dal sapore agrodolce. Almeno fino a oggi, quando il retrogusto dell’amarezza è stato (forse) definitivamente cancellato.
Il “caso della jogger di Central Park”
Yusef Salaam aveva appena 15 anni quando venne coinvolto in uno dei fatti di cronaca nera dal maggior impatto, emotivo quanto mediatico, della storia Usa. È il cosiddetto “caso della jogger di Central Park”, talmente entrato nell’immaginario collettivo yankee che Netflix ne ha tratto una miniserie intitolata “When They See Us”.
La vicenda ruota attorno allo stupro di una donna che praticava jogging a Manhattan nell’aprile 1989, cui seguì una serie di aggressioni ad altri ignari passanti. Per l’efferato crimine vennero fermati cinque ragazzini tra 14 e 16 anni, quattro afroamericani e uno di origine ispanica, divenuti poi noti come “Central Park Five”.
Non esistevano prove contro di loro, anzi le impronte genetiche rinvenute sulla scena non combaciavano con nessuno degli arrestati. Ma la polizia, sotto pressione, fremeva per trovare il colpevole – o, in alternativa, un capro espiatorio, magari appartenente a una minoranza etnica. E quindi gli adolescenti vennero interrogati per ore in assenza degli avvocati e perfino dei genitori, lasciati senza cibo e privati del sonno. Fino a essere indotti – o meglio, costretti – a rilasciare delle false confessioni, sulla base delle quali vennero mandati a processo e, successivamente, condannati.
Salaam trascorse in galera quasi 7 anni, continuando invano a proclamare la propria innocenza finché non venne scarcerato nel 1997. Ma per venire scagionato da tutte le accuse, come gli altri suoi compagni di sventura, dovette attendere il 2001. Quando il vero autore della violenza sessuale ammise finalmente le proprie responsabilità, dichiarando altresì di aver agito da solo. E l’analisi del DNA ne confermò la colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio.
La rivincita di Yusef Salaam
Tra il 2014 e il 2016, i cinque ragazzi, ormai adulti, ricevettero dalla città di New York un risarcimento complessivo di circa 45 milioni di dollari per l’ingiusta detenzione. Ma è solo nelle ultime settimane che il cerchio si è chiuso, almeno per uno di loro.
Come infatti riporta il New York Times, nel novembre 2023 Yusef Salaam è stato eletto consigliere municipale proprio della Grande Mela. E, come aggiunge France 24, lo scorso 2 gennaio è entrato in carica in qualità di rappresentante del distretto di Harlem.
Sono passati quasi 35 anni dall’inizio del suo “incubo americano”. Finalmente, però, una delle vittime collaterali di quello che l’allora Sindaco Ed Koch definì il “Delitto del secolo” si è preso la propria rivincita. E qualche volta è bello poter semplicemente dare una buona notizia.