Usa, Lisa Montgomery condannata a morte, il nostro racconto a fumetti
La condanna di Lisa Montgomery, atto opposto a ciò che dovrebbe fare uno Stato democratico: rieducare l’accusato e reinserirlo nella società
Classe 1968, la Montgomery è la diciassettesima donna a essere giustiziata nel paese dal 1984 e la prima a livello federale dal 1953.
Indiana, 13 Gennaio 2021. Nel carcere di Terre Haute dopo 70 anni l’America torna a giustiziare una donna per una condanna federale. Lisa Montgomery, 52 anni, con l’accusa di aver ucciso nel 2004 una giovane donna incinta, squarciandole la pancia e rubandole la bambina che portava in grembo, di otto mesi. La madre morì dissanguata mentre la piccola riuscì a sopravvivere.
Secondo i suoi legali, la donna era incapace di intendere e di volere a causa delle numerose violenze subite fin dall’infanzia.
Una vita difficile, segnata da abusi sessuali e prostituzione
Il patrigno infatti, oltre a picchiare sia lei che la moglie, abusava di Lisa dall’ età di undici anni mentre la madre la costringeva a prostituirsi. Le violenze subite però, non sono le uniche. Altre precedenti risalgono a qualche anno prima, quando Montgomery aveva solo tre anni, ad opera del suo baby sitter.
Con lo scorrere degli anni le cose peggiorarono: il patrigno costruì una baracca vicino alla sua roulotte per non far sentire le urla della piccola e inoltre, alcune volte, la violentava insieme ad altri amici.
In questi episodi drammatici, lo Stato che dovrebbe tutelare un minore non è intervenuto tranne che in un solo caso, l’unica volta in cui gli assistenti sociali fecero visita alla famiglia e in cui i genitori costrinsero Lisa al silenzio, minacciandola di morte. Un’altra volta invece, un medico la visitò rendendosi conto dei numerosi stupri subiti e non intervenne, preferendo rimanere in silenzio.
L’assenza delle istituzioni nella vita di Lisa
Questa è la drammatica storia che si cela dietro una donna ritratta unicamente come una serial killer, senza considerare il suo passato. Una donna che dopo l’arresto ha subito numerose cure psichiatriche. Tra le diagnosi una lista infinita di malattie mentali: depressione, disturbo bipolare post traumatico da stress, ansia, psicosi, sbalzi d’umore, dissociazione e perdita di memoria.
Ciò non deve ovviamente giustificare il suo gesto, molto probabilmente legato alla storia della sua infanzia. Non a caso le vittime sono una donna incinta e una figlia sopravvissuta, inevitabilmente correlata alla figura della madre. Un ruolo assente nella vita di Lisa e che lei stessa non poteva ricoprire, essendo stata sterilizzata.
La Montgomery è nata e cresciuta all’interno di un incubo, con due genitori mostri
Questo passato è stato il principale movente che ha spinto i suoi legali ad avviare una perizia psichiatrica, che aveva fatto ritardare l’esecuzione e fatto sperare quella parte di opinione pubblica che si oppone alla pena di morte. La sentenza della sua condanna, negli anni precedenti, era rimasta su carta, dopo che i governi di Bush e in seguito di Obama, avevano deciso di sospendere le esecuzioni. Una sospensione che viene interrotta il 25 Luglio 2019 dall’allora ministro della giustizia William Barr, su ordine di Donald Trump, da sempre a favore della condanna a morte.
Poche ora prima inoltre, il giudice James Hanlon, aveva ordinato di sospendere l’esecuzione ma la Corte Suprema ha poi appoggiato il ricorso del dipartimento di Giustizia.
“Lisa Montgomery viene giustiziata il 13 Gennaio 2021 per un’iniezione letale”
Così si legge nella lettera inviata alla stessa accusata e diffusa su internet.
Altre due esecuzioni sono inoltre previste per i prossimi giorni.
Atti estremi che si oppongono a quello che dovrebbe fare uno Stato democratico: rieducare l’accusato, reinserirlo nella società, di certo non fare lo stesso sbaglio fatto da una persona affetta da infermità mentale (Lisa): commettere un omicidio.
Articolo di Marta Giorgi. Disegni di Chiara Giorgi