Usicons diffida De Vito a portare al voto petizione su Roma Multiservizi
“Nell’interesse dei cittadini, che chiedono con forza l’internalizzazione della Roma Multiservizi, abbiamo inviato a De Vito una diffida perentoria”

"L'Usicons – associazione difesa e tutela utenti e consumatori – ha presentato una petizione popolare sull'internalizzazione della Roma Multiservizi con oltre 19.000 firme (altre 2.000 le ha consegnate direttamente alla Giunta) circa due mesi fa, senza ottenere ancora la votazione sulla stessa come previsto dallo Statuto di Roma Capitale.
Per tale motivo nell'interesse dei cittadini che chiedono con forza l'internalizzazione della Roma Multiservizi come società partecipata di primo livello ci siamo visti costretti ad inviare all'On Marcello De Vito, in qualità di Presidente dell'Assemblea Capitolina, una Diffida perentoria e ad affidare al nostro servizio legale la pratica per valutare eventuali abusi di potere o omissioni di atti d'ufficio.
In ogni caso riteniamo molto grave che si siano dati dei Daspo che impediranno ai lavoratori di poter assistere al Consiglio comunale straordinario della prossima settimana sulla loro situazione lavorativa, mentre poi non vengono rispettati gli Statuti di Roma Capitale". Così il comunicato dell'Usicons
Il Daspo a cui fa riferimento l'Usicons, è il provvedimento preso dal presidente dell'Assemblea Capitolina Marcello De Vito nei confronti di 20 dipendenti della Roma Multiservizi, resisi protagonisti, secondo il presidente, di una protesta troppo veemente contro il probabile spacchettamento della partecipata e i tagli al personale che ne potrebbero derivare.
La misura disciplinare adottata da De Vito, preclude ai lavoratori la possibilità di partecipare alle sedute del Consiglio comunale per 60 giorni ( poi ridotti a 30). La decisione ha fatto discutere perchè quando il M5s era all'opposizione della Giunta guidata da Ignazio Marino, De Vito insieme alla Raggi, a Frongia e a Stefàno, tutti allora consiglieri, solidarizzarono con i dipendenti della Multiservizi, perfino occupando quasi una settimana l'Aula con loro.
Il presidente dell'Assemblea capitolina ha motivato su facebook la sua disposizione: "Non è una bella cosa, mi rendo conto, ma è un atto necessario. Non si può pensare ogni volta di fare irruzione in Aula e imporre le proprie questioni, sovvertendo l'Ordine dei Lavori previsto".