Vaccinazione eterologa, lasciate ogni Speranza… di seguire la scienza
Il Ministero della Salute spinge per il mix di sieri anche se gli studi in merito non sono concordi. Come se si volesse rimediare a un errore madornale, ma con un altro errore
Il nuovo mantra attualmente in voga dalle parti di Lungotevere Ripa si chiama “vaccinazione eterologa”. Per i profani, significa effettuare il richiamo vaccinale con un siero diverso da quello somministrato per la prima dose. Una scelta che segue – cronologicamente e causalmente – quella di vietare l’antidoto AstraZeneca agli under 60. Ma su cui i dati empirici sono tutto, fuorché concordi.
La scienza e la vaccinazione eterologa
«La vaccinazione eterologa è già utilizzata da Paesi importanti come la Germania da diverse settimane e i risultati sono incoraggianti. Vi sono alcuni studi che testimoniano come la risposta immunitaria sia addirittura migliore di quella con due dosi dello stesso vaccino».
Così il Ministro nomen omen della Salute, Roberto Speranza, che però ha omesso di precisare che vi sono anche ricerche che vanno in senso opposto. Evidenziando addirittura un aumento della reattogenicità (cioè degli eventi avversi) negli over 50, che potrebbe essere perfino più pronunciato nelle fasce più giovani.
A ricordarlo al segretario di Articolo Uno ci ha pensato Vincenzo De Luca, Governatore della Campania, comunicandogli contestualmente il «rifiuto del mix vaccinale». Nonché la decisione di non inoculare più vaccini a vettore virale (quindi neppure quello di Johnson & Johnson), esclusi appunto i richiami di Vaxzevria. Una risposta secca al Ministro libero e uguale che aveva chiesto «alle autorità regionali di allinearsi ai piani» dell’esecutivo e rispettare le indicazioni degli scienziati.
Giusto, almeno sulla carta. Peccato però che, solo sul preparato della Big Pharma anglo-svedese, gli esperti si siano prodotti in un triplo salto mortale carpiato all’indietro con doppio avvitamento. Dapprima raccomandandolo solo sotto i 55 anni, poi liberalizzandolo, infine sconsigliandolo a chi ha meno di 60 anni. Il tutto mentre per l’Ema a oggi «resta autorizzato per tutta la popolazione». Lasciate ogni Speranza, voi che vorreste seguire la scienza.
Lasciate ogni Speranza… di seguire la scienza
En passant, oltretutto, le succitate formulazioni sono piuttosto pusillanimi, come ha fatto impietosamente notare l’ex sindaco sceriffo di Salerno. Che ha auspicato che si eliminino «espressioni del tipo: “è raccomandato”, “è consigliato”, “è preferibile”, ma si dica semplicemente: “è consentito”, o “è vietato”».
Da questo punto di vista, il titolare della Sanità ha assicurato che «le indicazioni del Cts saranno tradotte dal Governo in una forma perentoria». Potius sero quam numquam.
Anche perché, come ha sottolineato sempre De Luca, ora occorre «ricostruire il rapporto di fiducia verso lo Stato», ormai «fortemente compromesso». Con un forte contributo degli Open Day per i giovani, in cui resta inspiegabile l’uso di AstraZeneca al posto dei sieri a mRNA come Pfizer. «Sembra quasi che» si vogliano «finire le dosi che si hanno» ha commentato Valeria Poli, presidente della Società Italiana di Biofisica e Biologia Molecolare.
Come se ci si fosse resi conto di un errore madornale e si tentasse di porvi rimedio – ma con un altro errore madornale. La si potrebbe pure considerare una forma di omeopatia, data anche la comune carenza di un fondamento scientifico. Nonché tecnico scientifico, ça va sans dire.