Vaccini in ferie e zona bianca rafforzata, il doppio pressing delle Regioni
Gli enti locali pensano a misure anti-movida e chiedono al Commissario Figliuolo di autorizzare l’immunizzazione di chi è in vacanza. E dal 10 giugno via il criterio della fascia d’età
A livello istituzionale tengono ancora banco le controversie relative a vaccini in ferie e zona bianca rafforzata. Due nodi attorno ai quali continua a crescere il pressing delle Regioni. Soprattutto in vista dell’imminente stagione estiva in predicato di coincidere con la stagione della tanto attesa ripartenza.
I nodi vaccini in ferie e zona bianca rafforzata
Arriverà il 10 giugno la circolare con cui il Generale Francesco Paolo Figliuolo, Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, eliminerà il criterio anagrafico dalle prenotazioni vaccinali. Fino a quella data gli enti locali dovranno rispettare la priorità degli over 60, poi tutti gli Italiani potranno chiedere la somministrazione dell’antidoto indipendentemente dall’età.
Un’accelerazione volta a evitare che le Regioni procedano in ordine sparso, come in realtà sta già accadendo. Con la Lombardia che ha aperto all’immunizzazione degli over 30 e l’Alto Adige che ha avviato le procedure per le inoculazioni a tutti i maggiorenni.
I veri scogli però sono altri, e portano il nome di vaccini in ferie e zona bianca rafforzata. Sulla prima questione, il timore riguarda soprattutto i richiami per chi è in villeggiatura lontano dalla propria residenza. Il Generale Figliuolo ha affermato di non essere pregiudizialmente contrario all’ipotesi, purché non si ingolfino i piccoli hub. In ogni caso, la struttura commissariale ha invitato i cittadini a programmare la seconda dose in funzione delle vacanze.
Di parere diverso molti Governatori, che con l’offerta dell’antidoto sperano di poter attrarre i turisti: come ha sottolineato Luca Zaia, Presidente del Veneto. «Siamo intenzionati ad utilizzare le settimane centrali di agosto per vaccinare chi fa vacanza», e «a Ferragosto pochi richiami, se non per chi se li fissa».
I motivi per essere… positivi
Per allora, il Belpaese potrebbe essere tutto (o quasi) in bianco. Colorazione che comporta le sole restrizioni relative alla mascherina e al rispetto del distanziamento.
L’agognata tinta dovrebbe (ri)apparire dal prossimo 31 maggio in Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Molise, per poi dilagare nelle successive due settimane. Quando sotto la soglia dei 50 casi ogni 100.000 abitanti dovrebbero scendere dapprima Abruzzo, Veneto, Liguria e Umbria. E poi, a partire dal 14 giugno, Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio, Puglia e Provincia autonoma di Trento.
I territori premono comunque per scongiurare la possibilità di un nuovo innalzamento dei contagi, come già avvenuto a marzo sull’Isola dei Quattro Mori. Che, dopo aver conquistato per prima la fascia bianca, registrò un aumento di positivi tale che, in poco più di un mese, passò direttamente in zona rossa.
Per questo motivo le Regioni vorrebbero adottare una serie di misure anti-movida e anti-assembramento. Come il ripristino del coprifuoco alle 24 e l’obbligo di consumare seduti ai tavolini di bar e dehors, senza sostare in piedi davanti ai locali.
Certo, la prudenza non è mai troppa, ma è anche vero che ora le condizioni sono molto diverse rispetto a 2-3 mesi fa. Sia perché abbiamo il precedente dell’anno scorso, quando l’estate indebolì fortemente il Covid-19, sia – soprattutto – per via dello sprint della campagna di vaccinazione.
Insomma, sembrano esserci ottimi motivi per essere positivi. Nel senso più proprio del termine, ça va sans dire.