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Vaccino antinfluenzale, perché farlo questo autunno è più importante che mai

Vediamo perché, in tre semplici punti, il vaccino antinfluenzale è raccomandato in questo autunno di convivenza con il Covid, in tutta la popolazione

Vaccino antinfluenzale

Vaccino antinfluenzale

Vaccino antinfluenzale e convivenza con Covid-19. Trovandoci ormai alla vigilia dell’autunno si è aperto un vivace dibattito sulla opportunità o meno della vaccinazione antinfluenzale e sulla relativa obbligatorietà. Non è questa la sede per analizzare e discutere il secondo punto, in considerazione dei diversi ricorsi contro l’obbligo vaccinale contro l’influenza sottoposti ai vari TAR. Per cui l’ultima parola spetterà ai giudici amministrativi e non a medici, epidemiologi e ricercatori, come vorrebbero la logica ed il buon senso.

Tre motivi perché tutta la popolazione faccia il vaccino antinfluenzale

Al di là di questo aspetto, vi sono almeno tre motivi che inducono a consigliare vivamente la vaccinazione antinfluenzale in tutti i cittadini. E non solo negli anziani, nei bambini e nei soggetti fragili.

  1. Il SARS-CoV2 ed il virus influenzale, per quanto appartenenti a famiglie diverse, sono due virus con la stessa stagionalità (autunno-inverno), lo stesso organo bersaglio (apparato respiratorio), la stessa sintomatologia. La principale differenza è che il virus influenzale tende a colpire le prime vie aeree, e la non rara polmonite è in genere dovuta a super infezione batterica, mentre il SARS-CoV2 colpisce invece le vie aree più distali (piccole diramazioni bronchiali), determinando una polmonite virale primaria. Pertanto la vaccinazione antinfluenzale, date le rilevanti analogie tra l’influenza e la COVID, agevola la diagnosi differenziale tra le due patologie, evitando di sopravvalutare e magari ricoverare una semplice influenza, ed evitando al contrario di sottovalutare un quadro di vera COVID, con conseguenze potenzialmente letali.
  2. Il secondo motivo deriva analogamente dalle similitudini tra le due malattie. In caso di infezione contemporanea o successiva da parte di uno o l’altro dei due virus, dato l’interessamento dello stesso apparato respiratorio, le manifestazioni cliniche che verrebbero a sovrapporsi potrebbero essere assai più severe, determinando quadri clinici tumultuosi e anche di estrema gravità.
  3. Il terzo motivo a favore della vaccinazione nasce da recenti ricerche di base in vitro sul SARS-CoV2. È stato infatti dimostrato a livello cellulare che il virus influenzale aumenta la densità e l’espressione dei recettori ACE-2 sulle cellule respiratorie, che sono proprio i recettori cui si aggancia la proteina spike del CoV. A livello clinico ciò implica che un soggetto non vaccinato che si ammali di influenza e successivamente di COVID, il SARS-CoV2 troverebbe un maggior numero di recettori cui legarsi per penetrare nelle cellule respiratorie, e la maggior carica virale potrebbe determinare una maggiore gravità di malattia.

Per tutti questi motivi la vaccinazione contro l’influenza è vivamente raccomandabile. In quanto potrebbe ridurre la gravità di una eventuale COVID e indirettamente proteggere da questa. Sebbene va chiaramente sottolineato che trattandosi di virus diversi il vaccino antinfluenzale non può ovviamente determinare immunità contro la COVID.

Prof. Claudio Puoti, MD

Hepatologist-Infectivologist

Liver Unit, INI Research Institute and Clinics – Grottaferrata, Rome

Hepatologist Consultant, National Cancer Institute “Regina Elena”, Rome

Professor of Gastroenterology, St.Camillus Int’l Univ. Health Sciences, Rome

Professor of Infectious Diseases, 2nd Univ. “Tor Vergata”, Rome

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