Vaccino, l’obbligo è inutile con le esenzioni e senza sanzioni (adeguate)
Il caso Djokovic si sarebbe evitato se l’Australia avesse semplicemente tenuto il punto. Mentre il Governo italiano multa con soli 100 euro una tantum gli over 50 no-vax
Mentre in Italia tiene banco l’introduzione del vaccino obbligatorio per gli over 50, a livello internazionale continua a impazzare il caso Djokovic. Due vicende con vari punti in comune, a cominciare naturalmente proprio dalla coercizione. E che sono piuttosto emblematiche di cosa può accadere quando una prescrizione contempla degli esoneri, o anche sanzioni poco efficaci.
Il vaccino obbligatorio tra Italia e Australia
Una multa di 100 euro una tantum (cioè una volta soltanto) comminata dall’Agenzia delle Entrate agli ultracinquantenni che non si immunizzeranno. È quanto impone, secondo La Repubblica, il nuovo Decreto Covid licenziato dal CdM alla vigilia dell’Epifania, che ha introdotto per l’appunto l’obbligo di vaccino.
Probabilmente non il massimo per vincolare chi, per citare l’espressione usata dell’immunologo Sergio Abrignani durante un’intervista al Corsera, «nutre certezze paranoidi». Anche se è prevista pure un’ammenda da 600 a 1.500 euro per gli over 50 che accederanno al luogo di lavoro senza Super Green pass.
In ogni caso, altrettanto controproducente di un deterrente inadeguato rischia di essere la proverbiale eccezione alla regola. Lo dimostra la querelle relativa alla partecipazione di Novak Djokovic agli Australian Open, al via a Melbourne il prossimo 17 gennaio.
Il caso Djokovic
L’esecutivo di Canberra ha autorizzato la partecipazione dei soli atleti immunizzati, e il Djoker non ha mai rivelato il proprio status vaccinale. Tuttavia, qualche giorno fa il numero uno al mondo aveva annunciato via social di aver ricevuto un «permesso di esenzione».
Una volta atterrato nella terra dei canguri, però, come riferisce l’ANSA il suo visto è stato annullato per irregolarità. Il detentore del primo Major dell’anno (che sulla Rod Laver Arena ha un totale-record di nove vittorie) ha quindi presentato ricorso contro l’espulsione. Ma fino all’udienza resterà bloccato e in isolamento in una struttura per “irregolari” di cui lo stesso Nole ha denunciato le precarie condizioni (per usare un eufemismo).
Quest’incresciosa situazione ha modificato anche gli umori del circuito professionistico di tennis. Inizialmente, infatti, il 20 volte campione Slam era stato criticato da colleghi sia del presente (su tutti, Rafa Nadal) che del passato (come Adriano Panatta). Ora, invece, prevale la solidarietà, espressa tra l’altro, come riporta Sky Sport, dal tedesco Alexander Zverev e dall’americano John Isner. Ma anche la perplessità, evidente nelle dichiarazioni del beniamino locale Nick Kyrgios e del croato Marin Čilić. Entrambi d’accordo nell’affermare, sostanzialmente, che «non è una bella pagina per il tennis».
Una pagina che si sarebbe potuta evitare se l’Australia avesse semplicemente tenuto il punto. Invece, inventando deroghe alle proprie stesse disposizioni, è come se avesse autoreferenzialmente lanciato un boomerang che non ha ancora terminato il suo volo. E che – c’è da scommetterci – ha ancora qualche sorpresa in… serbo.