Vaccino, Ricciardi: “Con la quarta dose si partirà tra maggio e giugno 2022”
“Ora bisogna accelerare sulla terza dose. Poi sì, ci sarà bisogno di una quarta, ma non si partirà prima di alcuni mesi: a maggio o giugno”
In Italia il Covid continua a far paura, e in questi giorni, a ridosso del Natale, si è assistito a una risalita dei contagi. Walter Ricciardi, il consulente di Roberto Speranza al Ministero della Salute e docente di Igiene all’Università Cattolica di Milano, in un’intervista rilasciata a Il Messaggero ha fatto il punto sulla pandemia, intervenendo anche sulla futura quarta dose.
“A gennaio l’impennata dei contagi sarà impetuosa, ma l’Italia quest’anno ha lottato bene contro il virus. Però non si tornerà al lockdown, non per tutti almeno. Quest’anno ci ha visti combattere, molto e in maniera adeguata. L’onore delle armi, per così dire, ci è stato riconosciuto da tutti”.
“Abbiamo subito la conseguenza delle scelte sbagliate di altri”
“Però abbiamo subito la conseguenza delle scelte sbagliate di altri. Non è un caso che le tre varianti che hanno caratterizzato il 2021, siano arrivate da paesi simbolo. La prima dal Regno Unito, che non ha fatto nulla per fermare il virus. La seconda dall’India, che aveva abbassato la guardia. E quest’ultima dal Sudafrica, dove si è diffusa perché la copertura vaccinale è minima. Ora finiamo il 2021 con una quarta ondata superiore per casi alle precedenti e la necessità di accelerare sulla terza dose“.
Quarta dose e lockdown
“Quarta dose? È un discorso prematuro. Ripeto: ora bisogna accelerare sulla terza dose. Poi sì, ci sarà bisogno di una quarta, ma io la chiamerei richiamo. E comunque non si partirà prima di alcuni mesi, a maggio o giugno. Lockdown? L’impennata dei casi è impetuosa ma grazie al vaccino preme poco sulla rete ospedaliera rispetto al passato. A gennaio andremo oltre i 100mila contagi al giorno. Non credo tornerà il lockdown totale, però le regioni diventeranno arancioni e rosse, con le limitazioni che conosciamo. Ci saranno restrizioni solo per i No Vax, perché a pesare sui sistemi sanitari saranno loro. Pillola b-Covid? Sono una speranza in più rispetto agli anticorpi, perché interferiscono con il ciclo di riproduzione del virus, ma sono da verificare nel mondo reale.
Ci libereremo dal virus? Dipende cosa intendiamo. Se intendiamo eradicarlo no. Finora ci siamo riusciti solo una volta, con il vaiolo. E in parte con la poliomelite, che persiste solo in Nigeria e Afghanistan. Con gli altri virus bisogna convivere. Ciò però non vuol dire abituarsi a 100 morti al giorno o 50mila casi, ma a normalizzare precauzione e vaccini“.