Valerio Massimo Manfredi e Antonella Prenner intossicati: rischio effetti del gas sul cervello
L’archeologo e conduttore Valerio Manfredi aveva iniziato a sentirsi male il giorno prima dell’incidente, le esalazioni erano già in circolo
Facciamo il punto sulle condizioni di salute di Valerio Massimo Manfredi, archeologo e conduttore televisivo di documentari storici e l’autrice Antonella Prenner, trovati esanimi nella casa di lui la sera dell’11 febbraio a Roma e ora ricoverati in gravi condizioni.
Valerio Massimo Manfredi si trova attualmente ricoverato a Grosseto, in camera iperbarica, e ciò significa che non probabilmente non è in pericolo di vita, anche se il suo quadro clinico resta critico. Anche la donna che era con lui è in gravi condizioni, ricoverata all’Umberto I di Roma. Si tratta di Antonella Prenner, latinista, docente e scrittrice.
I vigili hanno scoperto da dove proveniva la fuga di gas, non dalla casa di Valerio come si era pensato inizialmente, ma dal magazzino di un inquilino di alcuni piani inferiori dove tiene riposti dei quadri. Quindi due stufette che perdevano in cantina. Manfredi il giorno prima dell’incidente si era sentito poco bene, evidentemente già era iniziata una perdita di monossido, lui aveva ipotizzato di avere un’influenza ma non era così.
Valerio Massimo Manfredi e la Prenner: possibili effetti del gas sul sistema nervoso
La sua situazione è ancora grave perché andranno valutati gli effetti del gas sul cervello e sul sistema nervoso. Il monossido di carbonio ha un effetto che può essere anche allucinatorio, per questo è così letale. Inizialmente non ci si rende conto e così si scivola nell’incoscienza fino al decesso. Ci si addormenta finché non si satura il sangue di questa sostanza e si intossica l’organismo. Non si soffrono spasmi o convulsioni. Le cause sono da attribuire a una cattiva combustione che comporta mancanza di ossigeno. Una buona combustione di un apparato che produce calore, qualunque esso sia, produce anidride carbonica, ma non emana questi veleni come il monossido di carbonio. I dispositivi che funzionano correttamente, se manca l’ossigeno, si spengono automaticamente grazie a una valvola che interrompe l’erogazione del gas.
Per fortuna, in questa vicenda, la figlia Giulia si è insospettita e ha prontamente chiamato i pompieri. Altrimenti la fuga di monossido sarebbe stata letale. Auguriamo la migliore ripresa per questo amato studioso e divulgatore scientifico.