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Valter Mainetti, uomo poliedrico e collezionista d’arte

La riapertura dei musei è stata promossa da Mainetti, che si è schierato dalla parte dell’arte per lanciare un importante messaggio

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Valter Mainetti, Sorgente group

Potremmo definire Valter Mainetti come l’uomo dai mille impegni: un imprenditore, un investitore, un amante dell’arte, un collezionista. E il suo impegno è un prezioso monito per noi: insieme alla moglie Paola, ha recuperato opere antiche molto importanti per la storia italiana. Dal 2007, Paola e Valter sono impegnati nella Fondazione Sorgente Group, che ha uno scopo nobilissimo: la valorizzazione e promozione dell’arte.

Nella collezione d’arte, i coniugi Mainetti possono vantare innumerevoli opere archeologiche di inestimabile valore, così come pezzi unici che sono giunti sino a noi dalle epoche greche e romane. Non mancano tuttavia dei dipinti più recenti, datati tra il XV e il XX secolo. Oltre alle opere del Guercino, non si possono non citare i dipinti dei fratelli Dufy.

Valter Mainetti, collezionista etico

Essere collezionisti al giorno d’oggi è estremamente importante, un valore che, forse per i tempi, o magari per i nuovi interessi, sta cercando di resistere. L’arte ci spiega chi siamo stati un tempo, ed è un mezzo attraverso il quale possiamo approfondire le epoche storiche, i nostri antenati. Con la Fondazione Sorgente Group, Mainetti e la moglie Paola hanno dato inizio a un lavoro certosino di restauro, recupero e investimento sull’arte.

Tutto ciò avviene senza dimenticare l’etica: la Fondazione Sorgente Group è infatti una no-profit, un enorme punto di riferimento per gli studiosi e gli appassionati in Italia. È possibile infatti inviare delle proposte alla Fondazione, anche per valutare determinati pezzi e magari accertarsi del valore e dell’autenticità.

Acquistare un’opera d’arte, dopo un’attenta analisi artistica, un accurato accertamento della sua provenienza storicizzata, per poterla così portare in Italia, grazie alla Fondazione, e poi poterla far conoscere agli archeologi e al grande pubblico, per farla di nuovo riemergere e renderla visibile, mi riempie sempre di grande soddisfazione”, nel corso di un’intervista a Radio Colonna, Mainetti ha spiegato come operano, con il massimo impegno, dedizione e professionalità.

Un collezionista generoso, che ha a cuore la cultura nel senso più puro del termine: perché la condivisione è il segreto dell’arte. La possibilità di ammirarla insieme, per comprenderla e per portarla avanti, aumentando di fatto anche il prestigio del patrimonio italiano.

Preservare l’arte antica è un obiettivo per tutti noi

Non è semplice gestire una Fondazione no-profit al servizio dell’arte, della storia e della conoscenza. L’obiettivo principale rimane quello di non dimenticare chi siamo stati. Tuttavia, la collezione di Mainetti, in qualche modo, è di tutti noi, dal momento in cui ha sempre prestato pezzi importanti per occasioni speciali, come eventi culturali, al museo o in strutture dedicate.

Sono 600 le opere che appartengono alla collezione: un numero immenso, inestimabile, ma ancor di più un punto di riferimento. Tra le opere indimenticabili, una menzione d’onore va a quella dei fratelli Dufy: una raccolta di dipinti che racconta l’impressionismo, una delle correnti più affascinanti ed emozionanti.

E ancora troviamo i discendenti di Augusto, con dei ritratti assolutamente imperdibili. Grazie all’impegno di Mainetti, possiamo comprendere perché l’arte non va dimenticata, messa da parte, sottovalutata. Ancora oggi, possiamo stupirci di come i nostri antenati vedessero il mondo ai loro tempi, e di quanto siamo cambiati, magari in modo inevitabile, adattandoci a nuove esistenze. Tuttavia, una cosa è rimasta immutata: l’arte nel tempo, come monito per il futuro.

L’importanza dei musei e del sostegno all’arte

Negli ultimi anni, anche a seguito della Pandemia di Covid-19, i musei hanno subito una battuta d’arresto. Oltre alle chiusure, infatti, si sono dovuti adeguare alle nuove norme anti contagio. La riapertura dei musei è stata promossa da Mainetti, che si è schierato dalla parte dell’arte per lanciare un importante messaggio.

Dopo le chiusure, una volta promosse le riaperture, ha voluto scendere in campo in prima linea, arrivando anche a prestare due opere importanti della sua collezione all’esposizione Gladiatore. Due pezzi maestosi, di grande e indimenticabile eleganza: la Tigre Rampante e la Tigre Incedente, del II secolo d.C. e del I secolo d.C.

E sono proprio i musei dei punti di riferimento incredibili per avvicinarci all’arte, alla cultura. Per andare a ritroso nel tempo, e capire come il trascorrere delle epoche abbia influito sugli stili attuali. Perché c’è sempre un pizzico del passato in quel che facciamo: l’arte è innovazione e rielaborazione al tempo stesso.