Variante Delta, facciamo (ancora) chiarezza contro l’allarmismo dei media
La stampa riporta che i vaccinati che si ammalano sono contagiosi come i non vaccinati: ma il dato riguarda solo le infezioni sintomatiche, che sono lo 0,098% del totale
La variante Delta causa un’infezione più grave delle altre mutazioni del coronavirus e si diffonde rapidamente come la varicella. Questo ci racconta il “quarto potere” nostrano, sulla base di un documento stilato dalla massima autorità sanitaria americana, i CDC. Secondo cui le persone completamente vaccinate possono trasmettere il virus mutato allo stesso modo delle persone non vaccinate.
Eppure, proprio ieri davamo conto di due ricerche che andavano in senso contrario. Dimostrando che il vaccino anti-Covid abbatte la diffusione dei contagi da chi si ammala da immunizzato, e dimezza i tempi per la negativizzazione.
In effetti, però, la contraddizione è solo apparente, perché discende dal modo in cui i media mainstream hanno riferito la notizia. Ovvero, riportando solo una parte della verità.
L’allarmismo ingiustificato sulla variante Delta
«La guerra è cambiata», afferma il report dei Centers for Disease Control and Prevention che, pur essendo secretato, è stato pubblicato dal Washington Post. La sua autenticità è stata confermata da Rochelle Walensky, direttore dei CDC e madre della raccomandazione a usare le mascherine al chiuso anche dopo la profilassi. La colpa di questo cambio di rotta è proprio della variante Delta, capace di indurre una carica virale 1.000 volte superiore rispetto al ceppo originario.
Queste considerazioni, prese nella loro crudezza, sembrerebbero invalidare l’efficacia dell’antidoto. Invece, è stato proprio l’ente statunitense a ribadirne l’importanza contro la malattia grave e il decesso – il che bastava a capire che qualcosa non quadrasse.
Il motivo è presto detto. È vero che i CDC hanno preso in esame le cosiddette “infezioni breakthrough”, ovvero quelle che insorgono in soggetti vaccinati (breakthrough significa sfondamento, in senso militare). Ma i dati si riferivano alle infezioni sintomatiche che, come recentemente rilevato, corrispondono allo 0.098% del totale degli immunizzati.
Percentuale che conferma quanto ha dichiarato l’immunologo della Casa Bianca Anthony Fauci: cioè che si tratta di eventi insoliti, rari e affatto comuni.
Questo dice la scienza, il resto è puro allarmismo. Che però, a quanto pare, si diffonde in maniera altrettanto (è il caso di dirlo) virale. Almeno quanto la variante Delta.