Verbali del Cts, Conte: “Li divulghiamo”. Ma era meglio secretare gli esperti
Il Premier torna sugli atti del Comitato tecnico scientifico, difendendosi e contrattaccando. Però “si scorda” ancora di entrare nel merito dei dubbi suscitati dalla sua intervista
Test per l’esame di giornalismo sugli ormai famigerati verbali del Cts… e oltre. Il candidato consideri che, durante un evento occorso nella sua Puglia, un bi-Premier Giuseppe Conte insolitamente loquace ha dichiarato che:
a) Proprio sui verbali del Cts, «io sto ai fatti. A noi il 5 (marzo, ndr) sembrava già che la curva del contagio stesse scappando di mano. Il ministro Speranza in quel momento chiese ragioni di una misura solo per quei due Comuni (Alzano e Nembro, ndr). Ne nasce un parere del 5 sera, tardi». Prima che la situazione precipitasse e suggerisse l’opportunità di un lockdown su scala nazionale. E andrebbe anche bene. Se non fosse che il verbale incriminato è quello del 3 marzo, più ancora di quello del 5. E se i Conte iniziano a non tornare dal mattino…
b) Sempre sugli atti del Comitato tecnico scientifico, «vi annuncio che sono il primo che consentirà la pubblicazione di tutto». Sta solo aspettando che il bianchetto finisca di asciugarsi.
c) «È una sonora sciocchezza che ho detto il falso ai pubblici ministeri che mi hanno sentito come persona informata sui fatti». Allora è al Fatto Quotidiano che aveva mentito – pardon, riportato ricordi imprecisi.
Oltre i verbali del Cts
d) Sul tema immigrazione, «dire che il Ministro Di Maio sia “salviniano” significa fargli torto». Al leader leghista Matteo Salvini.
e) Sul ponte sullo stretto di Messina, «dovrà essere una struttura ecosostenibile, leggera, assolutamente compatibile con il territorio, che tuteli l’ambiente». E, ha aggiunto Giuseppi, «nel caso, perché no, essere anche una struttura sottomarina». Praticamente chiederà a un esercito di bambini di scavarlo sotto la sabbia.
f) Sul referendum sul taglio dei parlamentari, «voterò a favore della riduzione di senatori e deputati», ha anticipato, dopo aver precisato che «non vorrei influenzare». Soprattutto in tempo di pandemia da Covid-19.
g) Su Taranto, è «una di quelle comunità che sarà oggetto di grandissima e primaria attenzione nel piano di Recovery che andremo a finanziare a livello europeo». A occuparsene, dovendo appunto vigilare sulla gestione delle risorse del Recovery Fund, sarà Sergio Battelli, presidente grillino della Commissione Politiche Ue della Camera. Che come titolo di studio vanta (si fa per dire) la licenza media, e ha all’attivo esperienze da commesso e chitarrista in una rock band. E niente, questa fa già abbastanza ridere (o piangere) di suo.
Ciò posto, il candidato consideri anche il seguente, ulteriore passaggio della filippica del leguleio volturarese. «Chiariamo bene le cose: voi immaginate cosa significava per gli scienziati elaborare proposte, analizzare dati e avere i riflettori della tv. Non avrebbero avuto tranquillità. Quando c’è un processo decisionale così delicato io rivendico che quei verbali restino riservati».
E illustri il candidato se non sarebbe stato di gran lunga meglio per tutti se a essere secretati (soprattutto dalle telecamere) fossero stati gli esperti.