Vernissage affollatissimo al Complesso dei Dioscuri al Quirinale
Oltre cinquecento ospiti all’inaugurazione realizzata in collaborazione con l’Associazione Presidio Italia
Vernissage affollatissimo al Complesso dei Dioscuri al Quirinale per “In Arte Belzebù Peccati d’Artista” l'elegante mostra per rappresentare il Diavolo in chiave moderna da artisti italiani e stranieri , nata all’idea di Emilio Sturla Furnò e della gallerista e curatrice d’arte Giovanna Gazzolo di Gall’Art Roma.
Oltre cinquecento ospiti all'inaugurazione realizzata in collaborazione con l’Associazione Presidio Italia, tutti affascinati dall’esposizione delle opere di Paola Romano, Camilla Ancilotto, Margherita Lipinska, Eugenia F. di Napoli, Sonia Ceccotti, Laura Sindici, Ekaterina Malakhova, Ewa Kuzniar, Constantin Migliorini, Alik Assatrian, Margherita Gazzolo, Gianluigi Contesini, Priscilla Contesini e Ferdinando Gatta suggestionati dal principe di tutti i demoni e fonte di ogni male, che insidia i figli degli uomini promettendo loro agiatezze che in realtà non concederà mai. Un “esorcismo creativo” in cui le tentazioni sono state rappresentate su tela, su legno, su ceramica e fotografia: Una donna sdraiata su montagne di teste, lune catturate da artigli rossi e neri, prismi che ruotano e disegnano capi di stato e demoni, soldi imbrattati di sangue, gorgoni e animali fantastici.
Tantissimi gli ospiti accolti da un gustoso cocktail curato dallo chef televisivo di Alice Tv Massimo Malantrucco, presidente di Presidio Italia, realizzato con prodotti della nostra tradizione dai gusti forti dal peperoncino, al tartufo e vini evocativi come Sangue di Giuda, Inferno, Buttafuoco. Tra gli invitati anche Asia Argento e Daria Nicolodi, ammiratrici e amiche dell’artista Eugenia F. di Napoli, Tiziana Luxardo, Alex Partexano, Metis Di Meo, Cinzia Monreale, Antonio Pascotto, Daniele Rotondo, la doppiatrice Emanuela Fallini, Rodolfo Corsato, Irene Bozzi, Adriana Pannitteri, il produttore Giorgio Chessari, Camilla Nata, Roberta Beta, Emilio Petrini Mansi, Andreea Duma, Guglielmo Giovanelli Marconi, Giuseppe Ferrajoli, Alessia Montani, Jacopo Sipari Di Pescasseroli, Carla Montani, Cetti Lombardi Satriani, Antonio Troiani, la coreografa Flaminia Rocchi, Lilian Ramos, Carlo Giovanelli, Francesca Maddalena Terracciano, la coreografa Floriana Rocchi, Salvatore Loriga Bianca Maria Caringi Lucibelli, Laura Azzali e persino alcuni rappresentanti del clero, due sacerdoti e, persino una suora …
Il Diavolo è il “gran dragone” descritto nell’Apocalisse di Giovanni (12,10) “il serpente antico che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo fu gettato giù; fu gettato sulla terra e con lui furono gettati anche i suoi angeli”.
Secondo solo a Lucifero, Belzebù, per il cristianesimo medievale, è il signore di 6.666 demoni, numero arrivato a noi grazie alle profezie della Monaca di Dresda. L’importanza di questo principe infernale è tale che Dante Alighieri, nella Divina Commedia (Inferno, XXXIV, 127), parla di Belzebù come di “principe de’ dimoni e de’ traditori di loro signori”, identificandolo con Lucifero. In Arte Belzebù è una raccolta di “peccati d’artista” per riflettere e far riflettere anche attraverso un percorso segnato da citazioni tratte dall’Antico e Nuovo Testamento.
Numerosi esorcisti testimoniano che ancor oggi Belzebù è uno dei principali demoni che causa possessioni e anche uno dei più difficili da scacciare poiché, essendo un demone di rango superiore, spesso è accompagnato da intere legioni di demoni. Questo progetto propone di rappresentare l’idea male con lo scopo di esorcizzarlo attraverso la creatività e la fantasia.
“Bisognerebbe chiedersi anzitutto come, ed a quali condizioni, il diavolo”, apre così il testo critico a cura di Tommaso Gazzolo nel catalogo della mostra, “faccia il suo ingresso,storicamente, nelle arti figurative, e poi in una tradizione iconografica quale quella cristiana. Questa domanda, se pensata adeguatamente, non chiede come il diavolo venga rappresentato (non rimanda alla storia delle sue diverse raffigurazioni), bensì come la rappresentazione del diavolo consenta all’arte di seguire nuove strategie, creazioni, trasformazioni interne alla propria ricerca. Ciò che sarà sempre in questione, nell’arte, non sarà mai il problema di come “rappresentare” il diavolo, quanto piuttosto di come il diavolo consenta la sperimentazione di nuovi colori, nuove linee, forme, movimenti"