Violenza: in Italia 427 mila minori abusati in casa
Il rapporto dell’OMS stima che 1 bambino/a su 2 sia vittima di violenza. In Italia l’ultima indagine nazionale riporta un dato spaventoso
La casa è il luogo degli affetti, è protezione, è il luogo della cura e del rispetto. Ognuno di noi ricorda la casa dove ha vissuto l’infanzia e l’adolescenza come un luogo caro, un luogo sicuro, un rifugio dal mondo esterno se qualcosa ci faceva paura. “Ci vediamo a casa” è una frase bellissima che ripetiamo tutti i giorni ai nostri cari, rafforza l’unione e la certezza del ritorno.
Tratto da “La memoria negata” 2020 ed. F. Angeli. La casa diventa un inferno se all’interno c’è violenza, sopraffazione, aggressività verso i più deboli. La donna è spesso il soggetto più debole e verso di lei sono dirette le violenze fisiche e psicologiche da parte di compagni che sfogano tutto il loro malessere all’interno della famiglia perché è l’unico luogo dopo sentono di poter dominare. Il male inflitto alla donna che è anche madre è il dolore dell’intera famiglia. Il bambino spettatore di tali abusi è egli stesso un soggetto abusato. I bambini che assistono alle grida o peggio alle botte inflitte alla madre, se molto piccoli, si sentono responsabili di tale conflitto e pensano che sia colpa loro.
In Italia sono 427 mila i minorenni che hanno subito violenza (diretta o indiretta) dentro le mura domestiche tra il 2009 e il 2014. Tale violenza ha avuto naturalmente effetto sul vissuto dei bambini sia dal punto di vista fisico, cognitivo e comportamentale. Come riporta un articolo recente di Save the Children, l’esposizione alle violenze familiari danneggia lo sviluppo cognitivo con effetto diretto sull’autostima, l’empatia e le capacità intellettive. Sul comportamento si nota senso di colpa, tristezza, rabbia e impotenza davanti al potere dell’abusante.
Il 90% degli abusi avvengono in casa
Il 90% degli abusi su minori avvengono tra le mura domestiche. Il fenomeno delicato e complesso rende difficile l’emersione, contribuendo a fare dell’abuso un vero e proprio “problema di salute pubblica” (WHO, 2006) L’ultimo rapporto dell’OMS stima che 1 bambino/a su 2 sia vittima di violenza nel mondo. In Italia non abbiamo dati concreti ma l’ultima indagine nazionale sul maltrattamento all’infanzia riporta un dato spaventoso: 45 minori su 1000 sono seguiti dai nuclei di tutela dei servizi sociali.
Il bambino maltrattato è un bambino diverso dagli altri, si riconosce nel gruppo di pari è spesso triste, può presentare lividi, è trascurato, ha attacchi d’ira o chiusura eccessiva verso i compagni, ha uno sguardo spesso allarmato, non gioca con tranquillità, teme continuamente rimproveri da parte dei grandi. Un bambino che vive in una famiglia violenta prova tanto conforto ma anche strazio a confrontarsi con gli ambienti familiari sereni e per tale motivo non frequenta abitualmente i compagni nel doposcuola.
Il minore per imitazione può diventare un adulto violento e presentare un quadro psicologico dove porta come bagaglio: rapporti familiari malati, identificazione negativa con uno o entrambi i genitori incapaci di assolvere al bisogno infantile; deprivazione per mancanza di cure materne, ruoli genitoriali confusi; genitori troppo permissivi, autoritari o troppo protettivi; ha dovuto subire forme di abbandono, è stato il capro espiatorio della famiglia e in età adulta si sente di poter violentare gli altri; è spesso aggressivo e pieno di rabbia; vive nel terrore di essere escluso e odia stare solo; ha disturbi sessuali e un basso livello socio culturale.(Azzacconi 1989).
I diritti dell’Infanzia non sono solo parole
Si tratta di un uomo al quale è stata negata l’infanzia e tutti i diritti fondamentali che ogni bambino deve avere secondo la convenzione sui diritti dell’infanzia del 1989: il diritto al gioco; al cibo; alla casa come luogo di cura e amore; diritto alla salute fisica, psichica e sociale; diritto all’educazione; diritto alla famiglia in una atmosfera di affetto; diritto alla nazionalità; diritto all’uguaglianza; il diritto di esprimere la propria opinione; diritto a non lavorare e di essere protetto da ogni forma di sfruttamento, abbandono o crudeltà. Un bambino abusato sarà per sempre un “bambino inadeguato” non avendo potuto strutturare la sua personalità in modo sano e equilibrato nei primi anni di vita.
Il silenzio di chi assiste al maltrattamento o anche solo di chi ascolta dinamiche violente crea un ambiente protetto all’abusante ed è in parte responsabile del mancato soccorso al soggetto abusato. Denunciare anche in forma anonima può salvare una vita e lasciare una pagina bianca sul giornale.