Vivere fuori Roma: Riano, tante mancanze ma almeno l’aria è pulita
Il Comune di Riano, piccolo e grazioso ma dove i ricordi del tempo sono rimasti tutti sulle mura dei palazzi e delle chiese e non nel Dna dei suoi abitanti
Poche terre sono state così contese come queste a nord di Roma. Per fortuna oggi sono un’oasi di pace, forse troppo. Mancano talvolta le figure professionali per le riparazioni, le pulizie. Tutto è sparso su un territorio ampio tra più paesi e frazioni. Ma almeno si respira aria pulita.
Lungo la valle del Tevere, tra la Via Flaminia e la Via Tiberina, si entra nel borgo di Riano passando per un arco con accanto un fontanone del 1500. Questa è la dimensione. Un paesotto con la sua bella storia sulle spalle, abbastanza piccolo da essere grazioso ma dove i ricordi del tempo sono rimasti tutti sulle mura dei palazzi e delle chiese e non nel Dna dei suoi abitanti. Perché a Riano c’è un 20% di residenti stranieri e anche nel restante 80% di veri locali ce ne sono pochi.
Dal dopoguerra ad oggi la popolazione del borgo è andata lentamente aumentando ma per la necessità di chi, dovendo lavorare a Roma, preferiva viverne al di fuori. Stessa cosa che è capitata a molti borghi del circondario della Capitale. Qualcuno è diventato propriamente un dormitorio, altri hanno conservato un’anima e un’identità grazie a una residua presenza di abitanti locali, con le loro attività e tradizioni.
Con il tufo di Riano forse venne costruito il Colosseo
Siamo a circa 30 km da Roma. Su un rialzo di tufo, isolato, ad eccezione della parte nord, da profondi valloni ed a 102 metri sul livello del mare sorge Riano. Il paese ha un’origine romana, come dimostrano numerosi reperti rinvenuti nel suo territorio e si identifica forse con il “Castrum Roiani”. Gli storici non sono tutti d’accordo sull’origine del nome Riano. Alcuni ritengono che derivi dal latino “rivus” per via dei numerosi ruscelli che scorrevano nel suo territorio. Il Ricci nella Storia di Castelnuovo e Paesi Vicini scrive che nelle bolle imperiali e cassinesi, Riano è chiamata Raianum e Ragianum, in quelle portuensi Rascianum.
Ruscia era l’antico nome della Serbia, e si sa che Rasciano era stata una colonia delle legioni illiriche o dalmate. La distinzione tra Croazia, Dalmazia e Serbia ovviamente è troppo recente per valere in epoca romana. Il nome Rasciano potrebbe, tuttavia, anche essere la corruzione del nome Raianum. Nel paese prevalentemente agricolo esiste anche una specifica attività industriale costituita dall’estrazione del tufo, di cui il territorio è ricco. Si dice che il materiale di costruzione del Colosseo provenga da qui.
Nella macchia di Quartarella venne ritrovato il corpo di Giacomo Matteotti
Il Comune si estende su 25 Kmq, dentro il Parco regionale di Veio, con una popolazione di oltre 10mila abitanti. Nel 1991 erano poco più di 6.000. Nel 2001 erano 6.500 e nel 2011 erano già più di 9.500. Si vede che l’incremento procede lentamente ma è continuo. I comuni confinanti sono Castelnuovo di Porto (8.600), Sacrofano (7.800), Capena (10.700), Formello (13mila), Monterotondo (40mila) che è il centro più grande della zona. Come si vede, a parte Monterotondo, sono tutti comuni più o meno con la stessa quantità di abitanti.
Riano ha un posto particolare nella storia dell’antifascismo. Fu nella macchia della Quartarella che venne ritrovato il corpo di Giacomo Matteotti, il 16 agosto del 1924, il deputato socialista che fu vilmente assassinato dai fascisti.
A Riano si conservano archeologie romane e medievali e anche la settecentesca Chiesa della SS. Concezione, con un portale del ‘400. Com’è, direte, che il portale è del ‘400 e la chiesa del ‘700? Hanno aspettato 3 secoli per finirla, dopo aver costruito la porta? Non è andata così. Nei secoli palazzi, chiese e castelli sono stati edificati, distrutti e ricostruiti più volte. Può accadere che parti diverse di un edificio abbiano età differenti dovute a queste ristrutturazioni.
Un Castello conteso tra varie famiglie nobili, Papi e Confraternite per tutto il Medioevo
Il Castello di Riano, noto come Castello Ruspoli, edificato nella piazza principale del borgo, ha 3 torri rotonde con feritoie e una torre quadrata più antica. Domina il piccolo Borgo. Se a Cerveteri i Ruspoli non edificarono nulla, perché consideravano quelle terre solo dei possedimenti da sfruttare, qui no, bisognava avere un maniero per dimostrare il proprio potere e difendersi dai vicini. Solo che quel Castello non lo avevano costruito loro. Esisteva già dal 1151 ed apparteneva a Guido Bobones, figlio di Leone dei Borbonesi da cui discese la famiglia degli Orsini e dei Borboni.
Quando la famiglia si trasferì nel 1159 il possedimento passò a Papa Adriano IV che, a sua volta, lo donò ai monaci benedettini di S. Paolo fuori le Mura. Pian piano i monaci estesero le loro conquiste, cosa che non fu ben vista dal Principe Colonna di Castelnuovo di Porto, che dal 1316 al 1338 assediò e distrusse il Castello di Riano. Pensate! Una storia di liti e di guerre lega questi due piccoli borghi laziali. Questo conflitto durò per 174 anni!
Nel 1500 il monastero fece riedificare il castello, che fu ceduto ai Gaddi nel 1527 da Papa Clemente VII, per circa 20.000 scudi. Dopo diverse traversie nel 1710 arrivò alla Famiglia Ruspoli. Vennero edificati allora I Fontanoni e ampliata la Chiesa dell’Immacolata Concezione, risistemato il centro storico con il portale d’ingresso. Nel 1819, infine, subentrò la Famiglia Boncompagni Ludovisi, principi di Piombino. Ecco spiegato l’arcano perché si siano ricordati di una piccola città della Maremma toscana nella piazza principale che si chiama appunto Piazza Piombino. Nel 1935 il Castello viene donato dalla famiglia Boncompagni Ludovisi, insieme al Palazzo Baronale, al Comune di Riano.
La campagna intorno a Riano ospita anche ville in residenziali di pregio
Vivere a Riano significa aver dato un taglio netto al rumore e al frastuono della città ma anche alla depressione delle periferie urbane. Roma è a un passo, traffico permettendo, perché la Flaminia e il Raccordo non sono facili in determinati orari. Al di fuori degli orari di punta con 15’ massimo sei in città. Riano offre case a basso costo ma anche villini e complessi residenziali di profilo elevato. Un po’ come succede anche intorno alle strade consolari di Roma Nord. Residence signorili sono sorti un po’ dappertutto in quest’area proprio per accontentare professionisti in cerca di ville e appartamenti ampi e dotati di ogni comfort.
Di conseguenza sono sorti anche servizi e negozi per offrire ai nuovi abitanti le stesse comodità della città. La zona dove sorge il complesso residenziale “Giano”, per esempio, è servita da mezzi pubblici e la sua posizione è strategica perché, pur mantenendo un isolamento totale dal traffico, consente tuttavia di raggiungere comodamente i punti di maggiore interesse quotidiano (fermata del bus, fermata del trenino, supermercato, giornalaio, bar, scuola, tabaccaio, farmacia, etc.).
Riano ha una propria stazione sulla linea Roma – Civita Castellana – Viterbo. Gestita da Astral. A Roma si parte da Piazzale Flaminio, davanti all’entrata di Villa Borghese. Il servizio ferroviario è operato da Cotral. È la ferrovia che i romani ancora chiamano con il vecchio nome di Ferrovie Roma Nord, perché così si chiamava la Società che le gestiva fino al 1932.
Vivere lontano ha i suoi lati complicati, incomprensioni, mancanza di figure professionali per le riparazioni
Analizzando da vicino le problematiche di questa piccola comunità ritroviamo le stesse questioni di ogni borgo o quartiere. I mali di oggi, quelli che affliggono i cittadini che poi si lamentano sui social network, sono la maleducazione nella guida e nei rapporti. I ragazzi che si comportano male, che spostano cartelli, fumano sull’autobus senza che nessuno si azzardi a dire loro niente. Il semaforo sempre guasto, i cinghiali che arrivano fino alle case a cercare qualcosa da mangiare e che raggiungono i sacchetti di organico dell’immondizia differenziata, anche quando vengono appesi ai cancelli per sottrarli alla loro curiosità.
Oppure il cane del vicino che abbaia tutto il giorno, gli incolonnamenti sulla Flaminia per andare e tornare da Roma negli orari clou. Si sceglie di vivere in campagna, lontano dal centro e questi sono i piccoli guai coi vicini. Ma non si pensa che in campagna è più complicato trovare chi fa le riparazioni. Così c’è chi cerca una donna per le pulizie, un aiuto per traslocare, chi ha perso il gatto, chi non sa come gestire l’orto. Non si trovano riparatori di fiducia di computer e telefonini. Mancano persone qualificate per i lavori di casa, il falegname, il fabbro, l’elettricista, il muratore. Oggi nessuno sa più fare niente. Bisognerebbe pensarci mentre si sceglie casa. Ma chi ci pensa?