Voto in Gran Bretagna, ora i Laburisti dovranno rianimare un Paese smarrito e stanco
8 anni dopo la catastrofe Brexit,i ristoranti chiudono due ore prima perché la manodopera dall’estero è stata stoppata, camerieri, medici e infermieri se ne sono andati
Le elezioni politiche del Luglio 2024 in Gran Bretagna rappresentano uno spartiacque devastante: dopo 14 anni di incontrastato, arrogante e sconcio regno Tories, i Laburisti raggiungono una maggioranza assoluta che veleggia in pieno comfort attorno ai 400 dei 650 seggi disponibili.
Voto nel Regno Unito, arriva l’uomo del “Change”
I Conservatori piegati da scandali e dati economici da brivido, si vanno a nascondere sui banchi dell’opposizione, assieme a qualche sparuto, xenofobo simpatizzante di quel Farage, vecchio sostenitore della Brexit. L’ex Primo Ministro Sunak passa la mano, i suoi Tories si rimpiccioliscono persino sotto la lente d’ingrandimento e Sir Keir Starmer – l’uomo del change, del cambio laburista, si appresta a ricevere l’incarico da Re Carlo III per governare un Paese in coma.
Tutore del principio law and order, figlio di operai a sud di Londra, laureato in legge a Oxford, Sir Keir Starmer si è ripagato i debiti universitari da solo, senza l’aiuto di una famiglia benestante, e ha fatto carriera in silenzio. Secondo il sistema legale britannico prima avvocato e poi magistrato, fino a diventare Procuratore della Regina e nominato per questo Sir. Appassionato di calcio, due figli di cui non si sa il nome, oppositore fermo della Brexit con cui ora dovrà fare i conti per cercare alleati a Bruxelles: questo è il nuovo Primo Ministro Britannico, l’opposto di quel Boris Johnson arcinoto protagonista delle pagliaccesche cronache politiche britanniche.
Al di là del ragionevole tempo per brindare, con champagne se non fosse che a causa di Brexit il prezzo delle importazioni è triplicato, quindi meglio la birra … La situazione del Regno Unito è talmente grave dal punto di vista economico e morale, che è rischioso sporgersi verso radiosi panorami e farsi facili illusioni. Ma almeno tirare un sospiro di sollievo questo sì, è lecito.
Il disastro della Brexit
Un Paese deindustrializzato che viveva di servizi oggi sempre più cari e inaccessibili, investitori stranieri che se ne vanno persino da Londra, la Borsa che cala, 8 anni dopo la catastrofe Brexit, lo dicono i dati di un Paese che arranca, ultimo nei numeri del G7, oltre alle aspettative tradite da una valanga di bugie.
Il Regno Unito è un Paese smarrito e stanco: basta pensare che i ristoranti chiudono un paio di ore prima perché la manodopera dall’estero è stata stoppata, camerieri come medici o infermieri se ne sono andati, l’uscita dal mercato unico ha rappresentato il tradimento del suo più grande partner commerciale; a seguito lo sconcertante approccio al Covid. E poi la crisi energetica a causa della guerra in Ucraina col costo della vita salito in 10 anni oltre il 25%; per affrontare tutto ciò occorrerà una cura da cavallo.
Ma quale, e come?
Change, cambio è lo slogan vincente che ha portato i Laburisti a Westminster. E allora che cambio il Paese si aspetta? Nel suo Manifesto di Governo, Sir Keir Starmer dice che i Laburisti non alzeranno le tasse, non aumenteranno il deficit pubblico già in crescita: e quindi, come verrà cambiata la rotta se la tendenza è questa?
Impossibili altri tagli al sistema pubblico: le code ai foodbank (banco alimentare) del crescente numero di famiglie britanniche impoverite sono lunghissime quanto le liste di attesa nella Sanità, per parlare con un medico al telefono o figurarsi per fare un’ecografia.
L’Europa è più vicina
L’economia è oggi sovrana e governa il mondo, gli equilibri mondiali sono cambiati. L’Impero Britannico è scomparso da decenni. I Laburisti lo hanno intuito, i Conservatori non se ne erano accorti. La tanto bistrattata Europa ora sembra più vicina. I Laburisti dovranno tenderle una mano, riavvicinarsi e ritrovare un alleato vicino che non sia l’America. Il popolo oggi vota a sinistra ma domani… chissà: il popolo vuole risposte e non fa sconti.
Il Regno Unito oggi è un Paese più solo, avvilito dai continui scandali dei Conservatori, gli ultimi sulle scommesse di alcuni deputati per la loro rielezione rappresentano una vergogna assoluta di cui però non ci si stupisce; la speranza è spaccare l’isolazionismo che i Conservatori hanno provocato, consentito e sostenuto. Riavvicinare la Gran Bretagna al continente per lottare insieme potrà dare una spinta al cambiamento, assieme a un rilancio pubblico interno senza vantaggi per le categorie più favorite e attraverso un realismo progressivo. Tasse più alte sì, a chi per esempio può permettersi rette private scolastiche annuali di 50.000 Sterline all’anno (65.000 Euro). Qualcosa può cambiare, qualcosa deve cambiare per far tornare a sorridere gli Inglesi.