Voucher per tutti: vacanze, nonni e imprese. Il bonus simbolo della fase 2
Fanno discutere anche i voucher vacanze, una misura voluta per aiutare gli italiani a coprire parte delle spese per le ferie
Voucher per tutti: ci sono quelli per le vacanze e per i nonni, quelli per le imprese e per i centri estivi. Un ‘voucher’ non si nega nessuno ai tempi del post Covid-19. Anzi, il ‘voucher’ è diventato quasi un simbolo di questa tormentata fase, una soluzione (contestata e contrastata) in alcuni casi, una risorsa ma – chissà – una chimera in altri.
Cos’è in realtà un voucher?
Certo è che la classica definizione di ‘voucher’ rischia di dover essere corretta alla luce di come la parola viene evocata in questo periodo. Per il vocabolario Treccani, il ‘voucher’ è: un documento rilasciato da un’agenzia di viaggio ai propri clienti. Un’ attestazione del diritto a usufruire gratuitamente, nel loro viaggio, di determinati servizi (soggiorno in alberghi, pasti, escursioni, mezzi di trasporto, ecc.), già pagati in precedenza all’agenzia. Vi corrispondono il termine italiano “Buono” e quello francese “Coupon”.
Oggi però il ‘voucher’ è altro, parola onnicomprensiva, anche un po’ subdola.
Nessuno, ad esempio, può negare la bontà e il valore simbolico dei ‘voucher’ della solidarietà distribuiti dalla Diocesi di Ischia. La Diocesi ha deciso di utilizzare i fondi dell’8xMille per buoni-spesa a favore di chi si trova in difficoltà economica. Un caso da lodare ma locale, e chissà quante altre esperienze analoghe ci sono nei territori italiani. Ma i ‘voucher’ che fanno discutere sono altri.
Gli aiuti alle famiglie in difficoltà
Quello per le famiglie, ad esempio, il bonus da 1200 euro introdotto dal Decreto Rilancio. Una somma che – ha chiarito l’Inps – potrà essere spesa anche per ‘pagare’ i nonni che si prendono cura dei nipoti mentre i genitori sono al lavoro. Ormai ribattezzato “voucher baby sitter” o “bonus nonni”. Una decisione “incomprensibile” per la ministra Teresa Bellanova che ricorda come “la pandemia ha portato via migliaia dei nostri anziani”. E oggi che “si parla del rischio di una ripresa dell’epidemia in autunno”, si dovrebbe agire per “prevenire il contagio e tutelare le generazioni più fragili”.
Se il ministro Bellanova li eviterebbe, una sua collega invece li promette fin d’ora come la strada per eliminare il divario digitale che esiste tra le diverse regioni italiane.
Bonus anche a favore della scuola
Si tratta del ministro Lucia Azzolina che, memore di come è andata la didattica a distanza durante il ‘lockdown’, proclama: “Vogliamo digitalizzare la scuola e farlo in fretta. Previsti anche voucher per le famiglie: fino a 500 euro, in base all’Isee, per connessioni veloci, pc e tablet”. Promesse impegnative visto che sono decenni che in Italia si parla di ‘digital divide’ (la divisione tra chi ha accesso a internet e chi no). Ma non si riesce realmente a dare una sterzata concreta, che significa: banda larga su tutto il territorio, competenze diffuse per l’uso delle nuove tecnologie, investimenti per strutture e formazione, più ampio utilizzo dei servizi online compresi quelli pubblici.
Obiettivi ben lontani se si tiene conto dell’indice europeo Desi (lo strumento utilizzato dalla Commissione europea per monitorare il progresso digitale degli Stati membri) che ci colloca quest’anno al 25° posto (il quart’ultimo) tra i Paesi UE, con il 17% della popolazione che non ha mai utilizzato internet.
Voucher per rimborsare i concerti saltati
Di tutt’altro tenore, i ‘voucher’ per eventi saltati. Ad esempio, Il concerto della rockstar Joan As Police Woman previsto a Firenze il 23 maggio, poi rinviato a novembre. Infine definitivamente cancellato, ha costretto i possessori dei biglietti a un ‘voucher’ con validità 18 mesi da utilizzare per altri concerti. Quanto gradiranno i fans della cantautrice americana? I tifosi del pallone saranno meno penalizzati, i ‘voucher’ per biglietti e abbonamenti non goduti potranno essere riutilizzati per la prossima stagione appena i ‘cancelli’ degli stadi verranno riaperti.
Una vacanza senza voucher non è vacanza
Fanno discutere, infine, i ‘voucher’ vacanze, una misura voluta per aiutare gli italiani a coprire parte delle spese per le ferie. Ed aiutare, indirettamente, anche il settore turistico in grande sofferenza. Solo che per gli operatori sarebbero più oneri che vantaggi. Meccanismo per recuperare i soldi farraginoso e risorse che potrebbero esaurirsi, contestano. Morale: a Roma, solo un albergo su 10 è pronto ad accettarli. Più del ‘voucher’ vacanze, gli italiani avrebbero invece fatto a meno dei ‘voucher’ imposti come rimborso per viaggi e vacanze annullate. Niente restituzione dei soldi, ma solo un buono da fruire nei prossimi mesi.
Una norma prevista dal decreto Cura Italia anche per non penalizzare eccessivamente compagnie aeree e operatori turistici. Ma contestata da cittadini e associazioni dei consumatori. E, soprattutto, dalla Commissione europea che ha più volte richiamato il nostro Paese a rivedere questa disposizione non in linea con il diritto dell’UE. Un richiamo al momento inascoltato al punto che la Commissione è pronta a punire l’Italia con l’apertura di una procedura di infrazione.