Walter Ricciardi, una ne pensa e cento ne dice: speriamo ne indovini qualcuna
All’inizio della pandemia da Sars-coV-2, a marzo 2019, definiva il lockdown una “misura cieca e ininfluente” mentre ora è fautore irremovibile della linea della “chiusura totale”
Walter Ricciardi è tutto un enigma, tanto vale cominciare dal nome, perché Walter è il soprannome di Gualtiero Ricciardi.
Gualtiero è noto ma impopolare per essere fiero sostenitore del lockdown, isolamento-confinamento usato in condizioni di guerra e stato di emergenza nazionale che abbiamo imparato a conoscere. Almeno fino a ieri, perché con lui tutto può cambiare repentinamente. Ma andiamo con ordine.
All’inizio della pandemia da Sars-coV-2, a marzo 2019, definiva il lockdown una “misura cieca e ininfluente” mentre ora è fautore irremovibile della linea della “chiusura totale”.
Walter Ricciardi: “Epidemia meno pericolosa si un’influenza stagionale”
Quando il Covid-19 già si diffondeva e mutava a Codogno e nel Nord Italia lui rassicurava: “Le autorità sanitarie e il ministero della Salute si sono attivati tempestivamente. Si può stare ragionevolmente tranquilli, il contagio di massa non c’è stato, perché sono stati bloccati i viaggi”.
A febbraio 2020 proclamava al Sole 24 ore la sua previsione “questa epidemia si rivelerà meno pericolosa di un’influenza stagionale” (cosa che ci auguriamo per il futuro, se e quando quando diventerà endemica nella popolazione).
Nello stesso mese asseriva convinto: “le mascherine le per le persone sane non servono a niente”. Non sembrava allarmato neanche quando calcolava: “su 100 persone malate 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi seri ma gestibili, la mortalità riguarda solo il 5%”. Forse su questo aveva ragione. Forse fino alla mutazione chiamata “variante inglese”?
Certo, non è mica facile fare pronostici su eventi socio-sanitari multifattoriali così complessi. Tuttavia è pur vero che quando si è nominati consiglieri del Ministro della Salute si dovrà pur azzeccarne qualcuna.
Il piano pandemico e le inchieste di Report
Per non parlare delle cupissime ombre sulle responsabilità di Ranieri Guerra e Ricciardi nel mancato aggiornamento del Piano Pandemico emerso dalle inchieste di Report.
Ricciardi avrebbe contribuito allo smantellamento del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute. Vanificando il lavoro degli esperti che avevano progettato modelli matematici per rispondere tempestivamente alle epidemie.
Così ce l’hanno un po’ tutti con Ricciardi.
Attilio Fontana il governatore Lombardia che lo invita a documentarsi meglio: “Ricciardi si informi bene prima di parlare” e De Luca campano come lui ai ferri corti: “la mia regione procedura legalmente contro Ricciardi”. Ma anche il paziente Bonaccini dall’Emilia-Romagna lo rimprovera: “non ha competenze istituzionali le sue parole sono fuori luogo”.
Forse una ferita aperta lo spinge a cercare qua e la il suo posto istituzionale ma senza trovare finalmente appagamento.
Alcune testate spifferano infatti di una sua recentissima frustrazione a seguito della delusione di non essere stato nominato ministro nel Governo Draghi. Ma al di là delle sue aspirazioni o illusioni, chi è Walter Ricciardi?
Napoletano di 61 anni, ex attore, igienista e medico docente dell’Università Cattolica, già presidente dell’Istituto superiore della sanità (2015-2018). Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italia nel 2017.
Walter Ricciardi e l’infodemia fuori controllo
Al di là di questa figura, quantomeno imbarazzante e confusionaria, Ricciardi sembra incarnare il caos della situazione: notizie che si contraddicono, ipotesi sbandierate e poi rinnegate.
E’ ormai emergenza continua quella dell’infodemia, della nuova normalità che ci rende ostaggi di un virus e di provvedimenti per arginare il contagio sempre in discussione.
Uno stato di pericolo costante nel quale da un giorno all’altro si può stracciare anche la Costituzione e dichiarare il confinamento dei cittadini e la chiusura di tutte le attività e l’interruzione del Lavoro e della Scuola.
Oms: contagi diminuiti in tutto il mondo
Intanto “il numero dei casi di contagio da Covid-19 a livello globale è diminuito per la quinta settimana consecutiva e dall’inizio dell’anno il bilancio settimanale delle infezioni si è quasi dimezzato”.
Lo ha reso noto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. I casi settimanali, ha precisato, sono passati da oltre cinque milioni nel periodo 4-10 gennaio a 2,6 milioni nel periodo 8-14 febbraio, fa sapere Ansa.
Cosa pensare allora, che non vogliano tirarci fuori dalla pandemia o che non sappiano come farlo?