Zelensky a Sanremo. E se invitassero anche Vladimir Putin?
Al Bano: ”Ben venga la partecipazione di Zelensky, non dimentichiamo che a Sanremo ci è andato anche il grande Gorbaciov”
Quando qualche giorno fa un collega mi ha detto che Zelensky avrebbe partecipato a Sanremo, nell’ultima serata, nel momento topico dello show, subito prima dell’annuncio della canzone vittoriosa, ho sorriso e pensato a una battuta. La mattina è fondamentale scambiarsi qualche idiozia per sfumare i toni aspri delle polemiche sul prezzo del gas, sulle accise della benzina o sulle contese europee per le concessioni balneari.
Al Festival di Sanremo il superospite è Zelensky
A tono e senza battere ciglio ho risposto che la cosa non mi sorprendeva affatto, anzi, e ho rilanciato affermando che Matteo Messina Denaro avrebbe invece aperto il Festival, con un duetto insieme a Fiorello.
Poi la scoperta della verità. Parte la rassegna stampa alla radio: “Appena aperte le firme per la petizione che chiede di cancellare la partecipazione di Zelensky a Sanremo!”.
Putiferio ma non troppo, partono le prime dichiarazioni di Al Bano: ”Ben venga la partecipazione di Zelensky, che il Festival sia tramite di pace tra fratelli’. E ancora: Non dimentichiamo che a Sanremo ci è andato anche il grande Gorbaciov. Il Festival è anche questo, non è solo canzoni!”. Ecco la chiosa finale di Al Bano, pietra tombale su ogni ripresa sul senso delle cose.
Il problema ovviamente non è Sanremo, e nemmeno il povero Al Bano che si erge a spettacolare mediatore della pace del mondo, ma è il sistema mediatico e non solo quello, fallito, e nemmeno più alla canna del gas, oggi troppo caro.
Ormai siamo presi tutti dal bavero e tirati dentro questo pentolone di miste pietanze, vegane e caloriche rappresentate dal guazzabuglio grottesco della comunicazione, in cui nemmeno più lo stupefacente stupisce veramente.
L’attesa vana di tavoli per una trattativa di pace
Assurdo o forse no, pietoso senz’altro, che l’uomo abbia costruito non tavoli per la riconciliazione di un conflitto che sta svilendo il mondo, o politiche di pace, ma piuttosto un Festival della canzone dove si specchiano le tragiche follie dell’ennesima guerra dei nostri tempi, il conflitto dei conflitti.
Un auspicio, non ce ne voglia il solito ignoto Amadeus, ma per cotanto parterre de rois, sarebbe da lanciare una nuova petizione, quella sul rientro alla presentazione del Festival di mamma Rai di Pippo Baudo.
Allora sì parleremmo di vero servizio pubblico.
O altrimenti, se il calice amaro va bevuto sino in fondo, perché non affidarsi in tutto e per tutto alle capacità di Al Bano, uno che in Russia va fortissimo e invitare con Zelensky anche Vladimir Putin? Pensate come sarebbe contento Berlusconi.